mercoledì 30 novembre 2011

Nauthiz


Corrispondenze
Significato antico – Bisogno
Altri nomi – Naudhr, Nyd, Nauths
Valore fonetico – N
Divinità – Nott, Norna Skuld
Animale – Gatto
Polarità – Femminile
Elemento – Fuoco
Valore numerico – 10
Colore – Blu
Albero – Faggio
Erba – Bistorta
Cristallo – Lapislazzuli
Ciclo solare – 13 al 27 novembre
Parole chiavi – Costrizione, necessità, eroismo, resistenza



Descrizione

Antico poema anglosassone
Nauthiz preme sul petto come afflizione
ma è fonte di aiuto, salvezza e soccorso,
e sprona i figli degli uomini
quando ci si rivolge a lei in tempo.

Poema norvegese
La costrizione da scarse possibilità
un uomo nudo gela al freddo.

Poema islandese
Costrizione, dolore della schiava
e stato di oppressione
e infaticabile lavoro.

La parola Nauthiz deriva dalla radice indoeuropea ne- da cui hanno origine le negazioni come no, nulla, niente, negare; in inglese troviamo never, none, nothing, not: un senso di vuoto e di negazione che collega questa runa al bisogno e alla necessità che essa rappresenta, l’inverno che arriva, il freddo e l’oscurità. Nauthiz è il dolore, quella afflizione che contraddistingue il dolore negato, non permesso, non espresso, non manifestato. E’ l’angoscia, lo smarrimento davanti alla propria vita alla quale non si trova alcun senso. Il dolore viene da tutti fuggito, ciò è dettato da un istinto di sopravvivenza, ma esiste un dolore che nasce interiormente che ci dice cosa è giusto e cosa è sbagliato per noi stessi. Non ascoltando questa voce tradiamo il nostro stesso destino. La malattia e la sofferenza è un tentativo del nostro spirito per dirci che qualcosa nella nostra vita non funziona, qualcosa che potremmo e dovremmo cambiare. Hagalaz è l’inevitabile forza che irrompe nella vita e distrugge ogni cosa, Nauthiz è l’umana resistenza, la comprensibile ribellione alla morte, la destino e agli dei. Il simbolo di questa runa racchiude il suo significato più profondo, se non c’è sacrificio non può esserci salvezza.
Si può sfuggire al dolore con la negazione, la rimozione, lo spostamento, la fuga, ma bisogna ricordare che ciò che neghiamo ci possiede. Evitando il male si evita anche il bene, evitando il dolore si fugge dalla gioia e da tutto quello che non vogliamo riconoscere come nostro, sia il lato buono che quello cattivo. Nauthiz è associata all’inconscio, al lato oscuro, all’ombre e così anche a quelle figure come orchi, streghe, demoni, fate e dei avversi che, se non ascoltati, bussano sempre più forte alle porte della nostra anima. Nauthiz è afflizione e pensa solo se fuggo dal dolore e dalla morte, ma se vivo il lutto, la sofferenza della perdita, la pena poco a poco svanirà e progressivamente si rinascerà a nuova vita. Il dolore è il prezzo che dobbiamo pagare per amare maggiormente la vita.
Questa runa è retta dalla dea Nott, dea della notte, e dalla norna Skuld; rappresenta come altre il destino, la prova estrema, ciò che prende energia dal passato e darà i suoi frutti nel futuro. Dopo la notte, per quanto lunga, fredda e oscura che sia, viene sempre il giorno.

Runa diritta
Oracolo
Il ghiaccio scricchiola
sotto i passi leggeri della volpe.
Fermati, non muoverti, resta immobile.
Ascolta. Vigila.
Non è tempo di andare oltre.
E’ tempo di aspettare.

Nauthiz è una runa difficile, indica sofferenza, oppressione, incapacità di agire, ci mette di fronte all’oscurità della nostra anima. E’ una runa che indica una prova davvero difficile da superare, è un blocco, un arresto, un momento di carenza e privazione che ci porta all’essenziale, all’austerità. E’ l’oscurità che segue la luce, la difficoltà cui segue la soluzione, la prova dalla quale si sviluppano forza e volontà. L’estrazione di questa runa ci dice che ciò che sta accadendo nella nostra vita è una prova e che dobbiamo essere disposti a pagare il prezzo di dolore e paura per riscattare la nostra vita. Dobbiamo imparare che le persone e le circostanze che percepiamo come nemici, sono i nostro più grandi maestri, soltanto attraverso il conflitto ci è possibile crescere.
Il consiglio è quello di lavorare su se stessi, essere ottimisti e perseveranti per affrontare con coraggio quello che potrebbe essere un momento difficile. Sarebbe bene occuparsi dei vecchi conti e di sistemare le cose lasciate in sospeso, il segreto è essere estremamente corretti e lucidi in ogni campo della vita: lavorare con diligenza e precisione, mangiare il modo salutare e fare qualche esercizio fisico, avere pazienza e comprensione in amore.

Runa rovesciata
Oracolo
Il Grande Maestro bussa alla tua porta
col mantello oscuro dell’afflizione.
Forse è Orlog in persona, il Fato,
che ti comanda.
Sappi che è con la tempra
Che si rafforza il ferro della spada.

Nauthiz capovolta rappresenta la fuga dalla propria ombra, dal dolore e dalla malattia. Ci si comporta come bambini, spaventati da orchi e streghe, non si comprende ancora a fondo il mondo che è uno specchio che ci rimanda la nostra immagine riflessa. Si è troppo ostinati sulle proprie posizioni, ci si comporta come vittime e ostinatamente si da la colpa di tutto agli altri. Se tutto il mondo crolla attorno, lo spirito è stato nutrito con una falsa ricchezza, superficiale e fragile. E’ necessario fare un esame di coscienza, capire che è meglio affrontare i propri demoni che lasciare che questi ti divorino, ripulire la propria esistenza. Anche nel campo affettivo, in quello del lavoro e della salute, eliminate tutto ciò che non fa che farvi male, anche se vi ingannate che non sia così: medicine, pillole, rischi sul lavoro, azzardi, vita sessuale sfrenata e incontrollata, droghe, fughe da parenti e amici …

Utilizzo magico
Sostiene il superamento di un blocco e dell’angoscia.
Aiuta ad affrontare le proprie paure e le proprie ombre.
Rafforza la volontà e aiuta ad accettare il proprio destino.
Insegna a far fronte alle avversità con maturità e responsabilità.


Posizione delle mani



Esistono più mudra per questa runa. In un mudra si uniscono i palmi delle mani e le dita sono tutte distese, eccezion fatta per le dita medie che si piegano in avanti, inclinandosi in modo da riprodurre il glifo della runa. In un secondo runa, molto semplificato, il dito indice della mano destra si sovrappone a quello della sinistra andando a formare una croce uguale a quella del simbolo di Nauthiz, tutte le altre dita sono ripiegare verso il palmo.

Posizione yoga


In posizione eretta, piedi uniti, le braccia sono distese verso i fianchi. Il braccio destro è alzato oltre le spalle, formando un angolo di quarantacinque gradi con la testa, mentre quello sinistro prosegue sulla linea di quello destro, posizionandosi a quarantacinque gradi dal fianco.

Canto della runa

Nnnnnnnnnnn
Nnaaauuutthiiizz
Nauthiz nauthiz
Niii naaa nooo nuuu

Nauthiz Nauthiz Nauthiz
Nnnnnnnnnnn
Nu Na Ni Ne No
Nut Nat Nit Net Not
Un An In En On
Nnnnnnnnnnn

martedì 29 novembre 2011

Hagalaz

Corrispondenze

Significato antico – Grandine
Altri nomi – Hagal, Haegl, Hagl
Valore fonetico – H
Divinità – Norna Udr, serpente Nidhogg
Animale – Cigno
Polarità – Femminile
Elemento – Acqua
Valore numerico – 9
Colore – Celeste
Albero – Tasso, Frassino
Erba – Mughetto
Cristallo – Onice
Ciclo solare – 28 ottobre al 12 novembre
Parole chiavi – Cataclismi, morte, purificazione, rinnovamento



Descrizione
Antico poema anglosassone
Hagalaz è il più candido dei grani
in un turbine precipita dal cielo
percorso dal vento tempestoso
e poi si trasforma in acqua.

Poema norvegese
La grandine è il più freddo dei grani
Cristo creò il mondo antico.

Poema islandese
Grandine, granulo freddo
e pioggia ghiacciata
e malattia dei serpenti.

Hagalaz viene rappresentata talvolta come una stella a sei punte ossia come un cristallo di neve o di ghiaccio, che rappresenta lo schema prestabilito e immutabile dell’esistenza. Dalla radice indoeuropea kaghlo- che significa ciottolo, e anche aghl- nube tempestosa, in Grecia troviamo anche kakhlex, da cui il latino calculus, Hagalaz mantiene il significato in inglese nella parola hail, grandine, e nel tedesco hagel. Come un chicco di grandine precipitiamo nella vita, veniamo travolti da venti e da passioni, per poi scioglierci nella fusione cosmica con il tutto, attraverso l’amore e la morte.
Con l’Aett di Freyr abbiamo compiuto i primi passi per affrontare la parte centrale dell’esistenza, abbiamo recuperato la nostra innocenza e domato i nostri più bassi istinti. Questo ci permette di lasciarci andare con dolcezza, di affidarci al divenire. Con le prime tre rune dell’Aett di Heimdall ci scontriamo con concetti complessi quali la morte (Hagalaz), il dolore (Nauthiz) e il destino (Isa).
La Morte viene vissuta come la fine di tutto, la disintegrazione di ogni cosa, il definitivo cambiamento. Viene vista come portatrice di dolore, di disperazione, di vuoto e come messaggera del destino, del fato, davanti alla quale non possiamo che inchinarci e accettare l’ardua sentenza. Con la Morte ci apriamo alla dimensione del mistero, siamo forzati ad accettare l’inevitabile, possiamo reagire con rabbia, disperazione, vendetta, autodistruzione, ma solo lasciandosi andare possiamo comprenderne il significato. La Morte è cambiamento, trasformazione, nuova vita, possiamo trascorrere il tempo a rimpiangere i bei tempi andati o possiamo prendere atto del cambiamento e rinascere, rinnovati.
Hagalaz è retta da Udr , la più vecchia delle Norne che tesse la trama del Wyrd, il destino, quella che regge il passato. Wydr è il destino, una trama sottile tessuta con tutte le esistenze che hanno annodato i loro fili nel corso di milioni di anni. L’azione di filare, cosa che fa Udr, viene spesso riferita a una triade femminile di esseri sovrannaturali, anche al di sopra degli dei stessi, che filano, tessono e tagliano i fili che rappresentano la vita degli uomini. Dunque Udr significa sia Wyrd che destino, ma esistono altre due Norne che vivono sotto le radici dell’albero cosmico Yggdrasil, accanto alla fonte originaria: Verdandi, l’essere, il divenire, che arrotola il filo e rappresenta il presente, e Skuld, nome che significa qualcosa di dovuto, colpa, che recide il filo del destino e rappresenta il futuro. Ogni azione compiuta finisce nel pozzo del Wyrd, sprofonda nelle acque con cui, ogni giorno, le Norne riempiono un secchio per bagnare le radici sotto le quali vivono, le azioni del passato vengono così riportate in superficie e attraverso l’albero, che rappresenta il presente, rientrano nella realtà e condizionano gli eventi futuri. Yggdrasil si nutre del passato per dare i frutti nel presente e nel futuro, questa è la grande legge cosmica, ogni essere vivente riceve le conseguenze delle proprie azioni, siano esse buone o cattive. Il Wyrd non è tanto il destino individuale ma piuttosto un’energia universale, l’origine di ogni cosa, la legge originaria di causa ed effetto secondo cui ogni essere vivente è destinato a scontare le conseguenze delle proprie azioni, non è dunque una legge esterna che controlla tutto dall’alto, ma la nostra personale responsabilità per le nostre azioni. E’ la legge del Karma secondo cui noi siamo artefici del nostro destino attraverso i nostri pensieri, azioni mentali, i nostri sentimenti, azioni affettive, le nostre parole, azioni verbali, e il nostro comportamento, azioni fisiche.
Hagalaz è connessa anche con il serpente Nidhoggr che corrode le radici dell’albero cosmico minacciandone la stabilità, rappresenta l’irrompere del destino nella nostra vita, rappresenta la rottura di ogni schema e di ogni certezza. E’ una runa che ha a che fare senza ombra di dubbio con l’archetipo della Morte, grandine in inglese si dice hail, parola che ci ricorda la Dea Hel, Signora della Morte e guardiana degli inferi.


Runa
Oracolo
Già arrivato è il gelido Inverno
si incurvano i rami sotto il candido peso,
l’albero secco già si schianta,
e con rombo di tuono precipita a terra.
Cammina, cammina, non ti fermare,
è tempo di andare, non cedere al ghiaccio.
E svegliati presto,
prendi la legna,
soffia sulle braci,
rinnova la magia del fuoco.

Hagalaz si può leggere solo dritta, ma il suo significato è comunque ambiguo. Le parole chiavi per questa runa sono pulizia, epurazione, spazio per la crescita, accettazione, coraggio, lasciar andare, passato, inconscio, esami, analisi, prove, sperimentazione. L’estrazione di questa runa indica una liberazione dagli schemi che può manifestarsi come un impedimento o una destrutturazione, come un blocco, un ritardo, una malattia o una morte. E’ necessario interrogarsi sul rapporto che si ha sulla morte, se siamo in grado di accoglierla, di affrontarla con mente serena, se riusciamo ad accettare l’inevitabilità del destino. Hagalaz può indicare un problema di rigidità, una prigionia dovuta a degli schemi, delle regole, della morale. E’ una runa che permette di accedere a nuovi livelli di conoscenza attraverso l’opera congiunta di distruzione e creazione, morte e rinascita. E’ la runa del destino e implica anche la liberazione dal passato, l’accettazione del pagamento dei conti in sospeso. Il consiglio è quello di lasciarsi guidare ed essere in sintonia con la propria natura. In amore si attraversa un momento difficile, si ha timore di non raggiungere la felicità, si hanno dubbi e incertezze e si possono commettere degli sbagli. Pazientate e restate calmi, non affrontate situazioni difficili e attendete che il momento passi. Sul lavoro si richiedono molti sacrifici, può risultare duro, insopportabile, potrebbe esserci il rischio di perdere un lavoro, di essere licenziati. Stringete i denti e andate avanti senza perdere di vista gli obbiettivi. Per quanto riguarda la salute c’è il rischio di ammalarsi, bisogna dedicare più tempo a se stessi, ai propri hobby, rilassarsi e recuperare le energie perdute. Capita a volte che, nonostante tutte le precauzioni prese, il destino scelga per noi rompendo una relazione di amore o amicizia, privandoci di un lavoro fisso o di una persona a noi cara. Bisogna ricordarsi che la vita va avanti, nonostante tutto, che tutto è una ruota che gira .. ci saranno altri amori, altre persone pronte ad averci accanto, altri lavori, nuove soddisfazioni, altre persone da conoscere, figli e nipoti che nascono riportando nella nostra vita una nuova promessa e una nuova speranza. Abbiamo tutto il diritto di soffrire se il destino sembra non lasciarci via d’uscita, non potremmo percorrere quella strada perché non è destinata a noi, ma vi sono molte altre via che ci attendono, perfette per noi.

Utilizzo magico
Sblocca situazioni stagnanti e vecchi schemi
Aiuto per entrare in contatto con la verità
Superamento di limiti e di schemi prestabiliti
Vivere la vita con decisione, lasciando il passato alle spalle
Aiuto a trovare il centro del proprio essere, la purezza

Posizione delle mani

Si possono assumere due posizioni delle mani mentre si medita su questa runa, una appare visivamente più complessa ma risulta più facile da eseguire rispetto alla seconda. Per il primo mudra, unite i palmi delle mani. I pollici, gli anulari e i mignoli devono rimanere distesi, gli uni contro gli altri. Gli indici si piegheranno appena, accavallandosi, formando una X mentre i medi si piegheranno completamente andando a toccare il dorso della mano opposta. Nel secondo mudra si posizioneranno le mani palmo a palmo mantenendo una certa distanza tra loro, quando basta per far toccare le punte delle dita medie che si piegheranno con un angolo di novanta gradi. Questa posizione è più difficile da mantenere rispetto alla prima, esiste una versione semplificata in cui a toccarsi sono i due pollici, formando così il simbolo della runa

Posizione yoga

In posizione eretta, distendere le braccia perpendicolarmente rispetto al resto del corpo, i palmi delle mani rivolti verso l’alto. Muovere lentamente le braccia, senza piegare i gomiti, posizionando le mani sopra la propria nuca, mentre si inspira profondamente, quindi verso il basso, all’altezza dei fianchi, mentre si espira. Se si desidera non compiere alcun movimento, mantenere la posizione iniziale, formando una croce.

Canto della runa

Hagalaz hagalaz hagalaz
Hhhhhhhaaa
Hu ha hi he ho
Hul hal hil hel hol
Oh eh ih ah uh
Hhhhhhhaaa

Hhaaaggaaaalllaaaazzz
Hhaaalll hhaaaagggaaalll
Hhhaaa hhaeaeae hheeee
Haagaaalaaaz

Wunjo

Corrispondenze

Significato antico – Gioia
Altri nomi – Wynn, wyn, winja
Valore fonetico – W
Divinità – Baldr
Animale – Pulcino
Polarità – Maschile
Elemento – Terra
Valore numerico – 8
Colore – Giallo
Albero – Frassino
Erba – Lino
Cristallo – Diamante
Ciclo solare – 13 ottobre al 28 ottobre
Parole chiavi – Vittoria, benessere, appagamento, frutti

Descrizione
Antico poema anglosassone
Wunjo è gioia per chi non conosce lutti
non ci sono ansie né dispiaceri nella casa
ma ottima frutta e allegria di messi.

Dall’unione dei destini, delle vite, delle energie in Gebo, nasce qualcosa di meraviglioso e unico, Wunjo, il bambino interiore, l’innocente, lo spirito, l’essenza, l’amore che prende forma dall’unione del maschile e del femminile. Questa è l’ultima runa dell’aett di Freya, prima vi è stata la nascita, il giardino dell’eden, l’innocenza e l’ingenuità che viene attaccata dalle avversità della stessa natura, e dei nemici. La disillusione si fa strada, la speranza viene persa, c’è dolore e tristezza. Ma Ansuz ci porta un messaggio importante, la chiamata, l’invito a compiere un viaggio che porta alla trasformazione e alla metamorfosi, in cui tutto ciò che è separato viene riunito. Da questo nasce il bambino divino, l’archetipo innocente, la vittima sacrificale, il redentore che porta sulle spalle tutto il peso di un passato che non gli appartiene, quello dei genitori, della popolazione, della cultura e della civiltà. L’innocenza non è assenza di dolore, piuttosto inconsapevolezza che verrà poi ritrovata più avanti diventando più consapevoli del dolore originario e purificandolo. Wunjo è una parte di noi in cui la vita cresce e fluisce spontanea, in un gioco di trasformazione e rinnovamento, limpida, senza artifici, in modo naturale e spontaneo come una sorgente d’acqua pura, viva e vitale. Questo concetto è ben espresso nel mito della morte del dio Baldr, essere spendente, bellissimo, dall’animo incorruttibile, buono e gentile.

La vicenda comincia coi sogni angoscianti in cui il dio vede preannunciata la propria morte, sogni che confida ai suoi saggi genitori. Suo padre Odino si reca quindi nel regno di Hel, il mondo dei morti, dove ne trova conferma: negli inferi già tutto è pronto per accogliere Baldr, prossimo alla fine. Nel tentativo di scongiurare il destino incombente la madre Frigg raduna a sé tutto quel che esiste al mondo, piante, animali, pietre, elementi, imponendo un giuramento universale: mai nulla dovrà recare del male a Baldr. Da allora gli dei cominciano un gioco, che ripetono ogni giorno al loro consesso. Formano un cerchio intorno a Baldr, lanciandogli qualunque oggetto, armi, pietre, veleni, perché nulla poteva più nuocergli. Loki non gradiva la scena. Tramutatosi in donna mortale, chiamò a sé Frigg, riuscendo, con l'inganno, a carpirle il punto debole del figlio: il vischio che era apparso troppo innoquo alla dea, non aveva giurato. Loki quindi raccoglie una piantina di vischio, torna al consesso degli dei, e si avvicina a Höðr, il fratello di Baldr: Höðr è cieco, non può partecipare al gioco degli dei; Loki quindi afferma di volerlo aiutare, perché possa anch'egli divertirsi come tutti, e far così piacere a suo fratello. Gli mette quindi in mano il vischio e lo guida nel lancio. Il vischio vola verso Baldr come una freccia, trapassandolo e uccidendolo. Gli dei, attoniti, non sanno che dire né che fare.
Vi è quindi il funerale di Baldr, cui partecipano creature di ogni tipo, non solo gli dei, ma anche i giganti malvagi, a testimonianza di quanto il dio fosse amato. Odino depose sulla pira funebre Draupnir, mistico anello in grado di generare otto sue copie ogni nove notti. Nel frattempo Hermodr, figlio di Odino, cavalca verso Hel, nella speranza di far rendere al mondo Baldr. Ma la regina degli inferi pose una condizione: tutti gli esseri della terra, vivi o morti, avrebbero dovuto piangere, dimostrando così il dolore universale per la morte di Baldr. Solo così gli sarebbe stato permesso il ritorno tra i vivi. Gli Asi inviano dunque messaggeri in ogni dove, ottenendo che tutto, uomini, creature fatate e animali, pietre e alberi, piangano per Baldr. Questo finché in una caverna trovano la gigantessa Þökk, che si rifiuta di prendere parte al cordoglio cosmico, condannando per sempre il dio alla morte. Secondo alcuni, in realtà, Þökk era Loki sotto mentite spoglie.

Uno dei compiti più importanti della vita è riscoprire dentro di noi il Bambino Divino, capire di cosa ha bisogno, cosa desidera, a cosa ha dovuto rinunciare, quali sono le sue paure, le sue ferite, prenderlo per mano, guidarlo e lasciarci guidare a nostra volta da lui. Il mito di Baldr rappresenta l’amore universale che hanno i genitori verso i figli e dell’impossibilità di difenderli dalla crudeltà del mondo. Baldr è la ferita che viene inferta dal mondo degli adulti nell’animo del bambino, ferita che uccide al gioia, la vitalità e la spontaneità. Ma è nostro compito difendere per quanto possibile il nostro bambino interiore che è l’unico capace di costruire e vedere sempre nuove possibilità, di credere nell’incredibile, nella magia, nei miracoli.

Runa diritta
Oracolo
Il nemico è in fuga, è sconfitto!
Gioisci, canta al tepore del fuoco,
godi il premio dell’audacia.
A lungo il vino ha riposato nella botte.
E’ tempo di riempire la coppa
e vuotarla d’un fiato.

Quando Wunjo viene estratta dritta rappresenta i desideri realizzati, l completamento di un progetto, la soddisfazione, l’innocenza e l’entusiasmo. Il Bambino Divino si è risvegliato dalla coscienza e riusciamo a vivere la vita con gioia, soddisfazione e spensieratezza, è la vittoria su di noi e sul destino, una vittoria che consiste anche nel perdono. La guarigione consiste nel lasciare che il bambino ferito dentro di noi, l’ego, muoia in pace per rinascere dalle sue ceneri rinnovato e guarito. Potremmo quindi imparare a guarire le nostre ferite, a nutrire l’anima con ciò di cui ha bisogno, connetterci alla nostra sensibilità, sperimentare la comprensione e l’amore verso noi stessi.


Runa rovesciata
Oracolo
Dalle densi nubi d’autunno,
la pioggia fitta riempie i torrenti.
Tracimano i canali di nero fango,
i campi sono paludi, le strade sepolte,
scivolano lenti uomini, carri e cavalli.
Ogni sforzo p vano, unica via la rinuncia.

Roveschiata Wunjo indica un fallimento, un esito negativo, solitudine, miseria, tristezza. Stiamo evitando di affrontare le nostre paure e la sofferenza, la realtà è dura da affrontare e lo è ancora di più per chi non vuole crescere, vedere le cose come stanno, prendersi delle responsabilità e affrontare le situazioni difficili. C’è amarezza, cinismo, verso il mondo che ci circonda e la tendenza di punire gli altri o se stessi come valvola di sfogo. Si hanno difficoltà nel godere i piaceri della vita, si hanno sensi di colpa, autocompiacimento nella sofferenza o nella malattia, nell’attaccamento del dolore altrui. Bisogna chiedersi cosa ci ha ferito tanto profondamente, se riusciamo ad analizzare in modo oggettivo gli eventi, se riusciamo a perdonare, a provare compassione e amore.


Utilizzo magico
Dona energia vitale, gioia di vivere, ottimismo ed entusiasmo.
Insegna a godere maggiormente delle gioie della vita.
Aiuta ad amare se stessi, a prendersi cura del proprio corpo.

Posizione delle mani


La mano sinistra viene posta all’altezza del cuore in posizione verticale, il pollice che sfiora lo sterno. Le dita della mano destra si piegano verso il palmo formando con il pollice un angolo di quarantacinque gradi. Le punta delle dita della mano destra vanno a toccare il palmo della mano sinistra.


Posizione yoga

In piedi, con la schiena dritta, il braccio destro ricade lungo il fianco mentre quello sinistro viene sollevato. Il gomito si piega a quarantacinque gradi e le punte delle dita della mano poggiano appena sulla fronte. Questa posizione allontana la depressione e la tristezza, favorisce la gioia e il benessere.

Canto della runa
Wunjo wunjo wunjo
Wu wa wi wo we
Wun wan wen win won
We wi wo wa wu
Wwwuuunnn

Wwwwwwwwwwwww
Wwwuuunnnjjjooo
Wwwaaa wwweee wwwuuu wwwooo
Wwwuuunnn wwwuuunnnaaa

Gebo

Corrispondenze
Significato antico – Dono
Altri nomi – Gipt, Gyfu, Giba
Valore fonetico – G
Divinità – Vjofn, Freya
Animale – Gatto
Polarità – Femminile
Elemento – Aria
Valore numerico – 7
Colore – Azzurro
Albero – Olmo
Erba – Dicentra
Cristallo – Opale
Ciclo solare – 28 settembre al 12 ottobre
Parole chiavi – Dono, condivisione, unione, equilibrio


Descrizione
Antico poema anglosassone
Generosità è ornamento e lode agli uomini
grande onore e dignità
porta conforto e sostegno
a chi non possiede nulla.

Dopo la trasformazione con Kenaz, giunge a noi il dono, Gebo, la comunicazione, la relazione e lo scambio reciproco di concetti e idee. E’ inspirazione e espirazione, dare e ricevere, incontrarsi e separarsi, l’intreccio del destino sintetizzato nella X che simboleggia questa runa: le strade che si incrociano, il punto d’incontro dove non esiste più un io o un tu, ma solo un noi. Il nome nasce dalla radice indoeuropea ghebh- termine che indica qualcosa passato da una persona all’altra, dalla quale derivano anche le parole inglesi give, dare, e gift, dono. La runa è consacrata a Vjofn, dea dell’armonia, della riconciliazione, della fratellanza, dell’amicizia, della solidarietà e dell’alleanza.
Gebo è la runa delle relazioni, famigliari, di amicizia e di amore, tenute insieme dal costante scambio reciproco, non per forza in senso materiale. Uno sguardo, una carezza, un sorriso, vi deve essere sempre un equilibrio tra le parti, altrimenti chi riceve di più prima o poi si sentirà a disagio, e lo stesso capiterà a chi dona di più. Scambio equilibrato significa rispetto e considerazione del fatto che io e te siamo uguali e che quindi siamo entrambi tenuti a contribuire in eguale misura.
Riflettendo su questa runa non ci si deve fermare alle relazioni tra persone o al massimo tra persone e animali, è necessario che vi sia un equilibrio anche con la natura che ci circonda, la Madre Terra che ci ospita, che ci nutre e che noi troppo spesso sfruttiamo. La nostra relazione con il pianeta ora come ora non funziona molto bene e questo ci porta a un grave disastro ambientale. Così come tra le due famiglie di dei, tra gli Asi e i Vani, è indispensabile ritrovare l’equilibrio, lo scambio reciproco, per rafforzare un legame per noi vitale.
Lo scontro tra gli dei ebbe inizio nel momento in cui una dea, Gullveig, Ebbrezza dell'Oro, della stirpe dei Vani , mise piede sul sacro suolo degli Asi per portarvi cupidigia e corruzione. Gli Asi riuniti contro questa piaga per il loro popolo, tentarono di uccidere la portatrice di disgrazie ma per tre volte ella resuscitò rendendo vani tutti gli sforzi compiuti. La pace fra le due stirpi divine era però ormai irrimediabilmente compromessa e lo scontro fu inevitabile: Odino guidò le armate degli Asi, scagliò il suo giavellotto contro le forze nemiche ma questo non impedì ai Vani di distruggere le mura di Asgardhr e percorrere impunemente le sue pianure. In realtà la lotta sembrò sempre mantenere un sostanziale equilibrio e per questo le due fazioni decisero infine per una conferenza che levigasse i dissidi, sorti fino a quel momento. Punto focale di questo incontro è lo scambio di ostaggi per garantirsi le fedeltà reciproca: i Vani mandarono presso gli Asi i personaggi più influenti della loro comunità ovvero Njordr e i suoi figli Freyr e Freyja e in cambio gli Asi offrirono loro in pegno i saggi Hoenir e Mimir. Lo scambio fu vantaggioso per entrambe le famiglie che da allora trovarono nel nuovo legame il giusto equilibrio.
L’idromele è la bevanda che meglio rappresenta Gebo. Asi e Vani, una volta unite le famiglie, sputarono tutti all’interno di un calderone per suggellare il nuovo patto, dalla loro saliva nacque la creatura più saggia dell’universo, Kvasir, il quale viene subito ucciso da due nani. Questi, dividendo il sangue in tre parti e mescolando a questo del miele, creano la bevanda sacra agli dei, l’idromele. Il miele, principio maschile, si unisce all’acqua pura di fonte, principio femminile, dando vita a una bevanda perfetta per suggellare unioni equilibrate e durature. Bevanda diffusa per tutto il mondo antico, l’idromele viene servita a re e ad eroi, capace di garantire l’immortalità agli dei assieme al nettare e all’ambrosia. La capacità immaginativa poetica può essere acquisita solo bevendo il sacro idromele, solo sa seguito quindi di un dono divino. L’idromele è la bevanda dell’Aldilà, dei bardi e dei druidi, degli uomini saggi.
Le relazioni sono importanti per noi, tra amici, tra amanti, tra genitori e figli nel cui caso vi è sempre un debito impossibile da estinguere, quello della vita. Nulla può valere di più e l’unico modo per ripagare i propri genitori di questo dono è quello di vivere al meglio, compiere il proprio destino, creare dei valori e, volendo, dar la possibilità a un altro spirito di reincarnarsi e di nascere. Nelle relazioni, secondo lo psicanalista svizzero Peter Schellenbaum, esistono tre livelli: nel primo, il livello della fusione, non esiste differenza tra tu ed io, l’unione tra le parti è forte, simbiotica, caratterizzata da quella fase di innamoramento perso come può avere un figlio per un genitore, l’uomo primitivo per la natura o due persone che si sono conosciute in un bar e decidono di passare molto tempo assieme, amandosi. Nella seconda fase, la proiezione, le parti della propria ombra vengono trasferite sull’altro e la visione appare distorta, si vedono solo i difetti, i vizi, si desidera eliminare o allontanare l’altro. Nella terza fase tutto questo passa, vi è una riflessione dell’immagine guida, è la forma più evoluta e completa del rapporto, l’uno diventa per l’altro uno specchio dell’anima, del sé superiore, che riflette tutto ciò che non si conosce ancora di se stessi.


Runa diritta
Oracolo
Giunse al fin dopo tanto errare
il dono di tua vita,
come misero viandante
che alla tavola del re
sia convitato.
Accogli con letizia
ciò che in Cielo
viene ordinato.
Ciò che bussa alla tua porta,
anche se indossa lacere vesti
è sempre un messaggero
di Volontà Celesti.

Quando Gebo viene estratta bisogna analizzare il significato di unione, equilibrio e scambio. Spiritualmente la runa indica che qualcosa dentro di noi si è riconciliato, due opposti come bene e male, maschile e femminile, passato e presente. Siamo pronta a relazionarci con altri, a unirci a una persona in amore, a stringere un’amicizia o a iniziare un progetto con altre persone.
Questa runa non può essere rovesciata. In ambito affettivo potrebbe indicare un matrimonio imminente, una nuova relazione, sentimenti più profondi e legami affettivi più stretti. A livello economico c’è un miglioramento, si possono prevedere nuovi contratti di lavoro, nuove società, accordi e fusioni. E’ necessario sapersi adeguare al cambiamento, non opporsi, l’esito sarà sicuramente positivo. Per quanto riguarda la salute, se la si ha, bisogna prendere solo qualche accortezza per mantenerla, dedicare del tempo a se stessi, mentre in caso di malattia, vi sarà una guarigione rapida.


Utilizzo magico
Simbolo di unione, amicizia, amore e legame.
Promuove l’apertura e la disponibilità verso gli altri.
Sostiene l’unione mistica interiore e il contatto con il sé superiore.
Porta armonia e pace nelle relazioni interpersonali.
Dispone l’animo a dare e a ricevere con serenità.
Usata nella magia sessuale e nelle unioni mistiche.
Amuleto conto l’avarizia, la rigidità e il materialismo.
Vincola gli incantesimi così come le benedizioni e le maledizioni.

Posizione delle mani

Le dita delle mani si intrecciano tra loro, compresi i pollici che vanno sovrapposti, rimanendo sempre distese, in modo da formare una X. Respirare regolarmente, in silenzio, e in modo costante, posizionare le mani all’altezza del primo chakra e poi risalire lentamente in modo da liberare e pulire i punti energetici del nostro corpo. Questo mudra allontana le energie negative che non vogliamo ricevere.


Posizione yoga

Mettersi in posizione eretta con le gambe divaricate con i piedi distanti poco più di un metro tra loro. Le braccia sono distese verso l’alto, le mani all’altezza dei piedi formando così una X. Meditare in questa posizione sul significato di ricevere ed elargire doni non materiali, sull’importanza della condivisione e delle relazioni equilibrate. Ricarica l’ottimismo e il piacere di dare e ricevere, aiuta ad aprirsi e a fidarsi maggiormente degli altri.


Canto della runa

Gebo gebo gebo
Gu Ge Ga Gi Go
Gub Gab Gib Geb Gob
Eg Og Ig Ag Ug
Ggggaaaaaffffff

Gggggggggg
Geeeboo Giiifoo
Geeeuuuaaa


Kenaz

Corrispondenze

Significato antico – La fiaccola
Altri nomi – Kaun, Cen, Ken, Kusma
Valore fonetico – C, K
Divinità – Freyr e Freya, Heimdall
Animale – Lucciola
Polarità – Femminile
Elemento – Fuoco
Valore numerico – 6
Colore – Giallo o rosso
Albero – Pino
Erba – Primula
Cristallo – Ematite rossa
Ciclo solare – 13 settembre al 27 settembre
Parole chiavi – Fuoco sacro, luce interiore, illuminazione, guarigione


Descrizione

Antico poema anglosassone
Kenaz a tutti gli esseri è noto
come fuoco chiaro e splendente
arde all’infinito
dove riposano i Nobili Signori

Poema norvegese
Le piaghe sono fatali per i bambini
La morte rende pallido il cadavere

Poema islandese
Piaga, malattia fatale per i bambini
e punto doloroso.

Con Kenaz ci rinnoviamo, abbandoniamo le vecchie abitudini, i vecchi vizi, ogni ostacolo per noi diventa una sfida per crescere e imparare qualcosa di nuovo, sia della coscienza personale che dell’esistenza collettiva. La runa Kenaz è il fuoco della trasformazione, l’elemento alchemico per eccellenza, presiede a tutti i processi di elaborazione della materia grezza e oscura per farla diventare chiara e luminosa. La quantità di energia attorno a noi è immensa, racchiusa anche nel più piccolo oggetto, il fuoco di questa runa ci aiuta a liberare l’energia bloccata nella materia, trasformandola. Nella cosmologia nordica l’esistenza inizia da uno stato iniziale di vuoto, Ginnungagap, e attraverso a un’interazione costante tra Fuoco e Ghiaccio, elementi opposti e complementari, nascono il cosmo e la vita, il gigante Ymir e la Mucca Audhumla. Il fuoco purifica e distrugge, ha un potere ambivalente e fin dall’antichità è stato prezioso per il genere umano, partendo dalla preistoria in cui il fuoco era di vitale importanza, arrivando alle Vestali che proteggevano il Fuoco Sacro facendo voto di rimanere vergini per non contaminare ciò che per loro era più importante di qualsiasi cosa.
Il fuoco crea la vita, fa nascere idee, trasforma e modifica, accede l’empatia e l’altruismo, alimenta il coraggio, genera desiderio e attrazione. Kenaz è associata al dio Heimdall, il suo nome significa mondo luminoso. Kenaz è il fuoco, la luce, il calore, deriva dall’indoeuropeo kand-, che significa brillare, da cui nascono altre parole come candela, accendere, incendio, incandescente, incenso o candore. Kenaz è l’araba fenice che rinasce dalle sue ceneri, la pietra filosofale che dona la vita eterna, una panacea contro tutti i mali e l’onniscienza.


Runa dritta
Oracolo
A lungo hai vegliato al capezzale
del tuo spirito esangue,
ora acqua di fonte lava i tuoi occhi
e l’aria fresca del mattino
ti riporta all’opera amata
di tua vita.

L’estrazione di Kenaz indica un periodo luminoso, pieno di novità e possibilità di crescita. L’oscurità è vinta, ogni problema può essere individuato e risolto. C’è una profonda purificazione in atto, tutto ciò che è superfluo o inutile viene eliminato: brutte abitudini, vecchie amicizie, situazioni stagnanti, relazioni malsane e via dicendo. Qualcosa deve morire affinché possa nascere una nuova parte di noi. Possiamo ora lasciare andare il passato e tutto ciò che è stato e che non ci serve più. Kenaz è illuminazione, risveglio, fuoco interiore, intensità, passione, entusiasmo per la vita, il bene che sconfigge il male, conoscenza.


Runa rovesciata
Oracolo
Come un viandante smarrito
la tua anima bussa
alle porte di ogni locanda.
Non c’è alcuna contrada
ove trovare scampo da se stessi,
unico rifugio è la via del cuore.

Kenaz capovolta indica un affievolimento dell’energia e della luce, una lenta agonia in una brutta situazione o in una relazione insoddisfacente. Il fuoco non è abbastanza potente per compiere una metamorfosi, la passione è spenta, la vita è monotona e apatica. Si è intrappolati nel passato e incatenati a ciò che è ormai vecchio. Kenaz rappresenta anche gli aspetti negativi del fuoco, ci avverte di fare attenzione alla sua forza distruttrice che può causare ustioni, scottature e incendi imprevisti.


Utilizzo magico
Ispirazione creativa, per iniziare o concludere dei progetti.
Arrivare l’energia sessuale e l’amor passionale.
Operazioni di recupero e di guarigione, non solo fisica.

Posizione delle mani


Le braccia sono rivolte verso l'esterno, tutte le dita delle mani sono unite e distese, il pollice è distaccato dalle altre dita formando un angolo di novanta gradi. In questo mudra i pollici sono rivolti verso l'alto, in un secondo mudra il pollice si sporge leggermente verso il palmo della mano, entrambi i palmi sono rivolti verso est e verso ovest.


Posizione yoga

Stando in piedi, con la schiena dritta, si solleva il braccio destro con un angolo di quarantacinque gradi, lo stesso si fa con il braccio sinistro, abbassandolo in questo caso. Il palmo della mano destra è rivolto verso l’esterno, quello della sinistra verso il basso. A livello fisico questa posizione aiuta a combattere le infiammazioni, a livello spirituale aumenta le proprie qualità, calma i temperamenti collerici e aumenta la creatività sessuale.


Canto della runa
Kenaz Kenaz Kenaz
Ku Ki Ke Ka Ko
Kan Kun Ken Kin Kon
Ok Ek Ik Ak Uk
Kaunnnnnnn

k k k k k k k k k
keeennnaaazzz
kaaauuunnn
kaaauuunnnaaazzz

Raido

Corrispondenze

Significato antico – Il viaggio
Altri nomi – Raidho, Reidh, Read, Raida
Valore fonetico – R
Divinità – Sleipnir
Animale – Cavallo
Polarità – Maschile
Elemento – Aria
Valore numerico – 5
Colore – Granata
Albero – Quercia
Erba – Lavanda
Cristallo – Crisoprasio
Ciclo solare – 29 agosto al 12 settembre
Parole chiavi – Viaggio sciamanico, movimento, nuove strade



Descrizione

Antico poema anglosassone
Raido ai guerrieri nel recinto è soave,
dura per chi siede alla sommità
mentre il cavallo galoppa
lungo la strada maestra.

Poema norvegese
Si dice che cavalcare sia la cosa peggiore per i cavalli
Reginn forgiò la sua spada migliore

Poema islandese
Cavalcare è gioia del cavaliere,
e viaggio veloce
è fatica per il destriero

La runa Raido ha una radice indoeuropea, reidh- da cui derivano le parole inglesi road, strada, e to ride, cavalcare e rappresenta un cavaliere in groppa al suo cavallo con la zampa anteriore sollevata, pronto a partire. I simboli collegabili a Raido sono l’albero cosmico Yggdrasil, che significa il cavallo di Ygg, ossia di Odino, che simboleggia la comprensione profonda del senso e del significato della vita che si possono ottenere solo viaggiando attraverso i nove mondi. Anche Sleipnir, il cavallo a otto zampe di Odino, indica la forza e l’energia necessaria nel momento in cui decidiamo di intraprendere il vostro viaggio. Nell’antichità il cavallo ha avuto un ruolo importante, i popoli che l’hanno avuto a disposizione e li hanno allevati sono diventati in poco tempo grandi conquistatori.

Con Ansuz abbiamo incontrato la nostra guida che ci ha invitato a percorrere una nuova strada e a partire per una nuova avventura, Raido è il viaggio che dobbiamo intraprendere. Il poema anglosassone ci racconta di come è comodo e facile stare a casa, vivere con la famiglia, stare in mezzo agli amici e farsi mantenere, ma a volte c’è il bisogno di partire, di smettere di vivere sugli altri e per gli altri, di essere indipendenti, trovare la giusta direzione. Raido rappresenta una nuova vita, nuove strade da percorrere, nuove esperienze, nuove idee, nuove responsabilità e nuove compagnie. Quando nasciamo iniziamo a costruire la nostra identità, grazie all’aiuto dei genitori e della famiglia, impariamo le regole e i costumi della società, come comportarci e come muoverci per vivere al meglio con le altre persone, rispettando un certo equilibrio. Di anno in anno cresce in noi la nostra ombra, tutto ciò che non è accettato dalla società e non conforme a quanto abbiamo imparato. Tutto questo è più che normale ma non ha nulla a che fare con noi e con il viaggio della vita, un percorso strettamente personale che ci mette alla prova attraverso le nostre azioni e reazioni. Durante il viaggio vengono affrontati tutti gli aspetti che abbiamo messo da parte, che abbiamo dimenticato, le paure e gli istinti soffocati. Ma non siamo soli, la nostra famiglia, gli amici, i nostri antenati ci sostengono, coloro che prima di noi hanno intrapreso a loro volta il loro viaggio.

Runa dritta
Oracolo
La strada corre sicura,
solido è il carro e calmo l’auriga.
L’asse stride, le ruote girano, il viaggio procede,
il cammino è segnato, è giusto,
tra oscuri foreste o molli pianure,
la via ti attende diritta.

L’estrazione di Raido ci indica che abbiamo risolto gran parte dei problemi e siamo pronti a partire per una nuova avventura. Un viaggio, una vacanza, una nuova attività o una nuova impresa, una nuova relazione. Quale strada percorrere dipende dalle nostre scelte. Raido rappresenta anche una iniziazione, la consapevolezza del passaggio da uno stadio evolutivo ad un altro, dall’infanzia all’adolescenza, dall’adolescenza all’età adulta, dalla maturità alla vecchiaia. Il passaggio è già avvenuto e un nuovo viaggio sta per cominciare.


Runa rovesciata
Oracolo
Pioggia e grandine, vento e tempesta.
La strada è insicura se già cala la sera,
una locanda, un riparo conviene
se il pellegrino è smarrito e solo
e dopo un bicchiere di caldo idromele
fate presto ritorno a casa.

Qualunque progetto che sta per essere intrapreso, è bene che venga rimandato perché il tempo non è maturo. Raido capovolta è come un cavallo che si ferma in mezzo a un guado e si rifiuta di procedere ma può essere anche un cavallo lanciato al galoppo che non riusciamo a governare. Rappresenta il dubbio, la paura, le difficoltà, l’esitazione ma anche la rinuncia a qualcosa, l’ottusità, la perdita del controllo. Il viaggio rischia di diventare un modo di evadere dalla realtà, una fuga dalle responsabilità, dai propri compiti evolutivi. E’ più prudente fermarci e riflettere, evitare ciò che ci sta facendo viaggiare quando non è il momento, che siano anche droghe, alcol o altri tipi di dipendenza che ci allontanano dalla vera strada che dobbiamo imboccare.


Utilizzo magico
Permette di viaggiare tra i mondi e di compiere viaggi sciamanici.
Concede forza e coraggio per affrontare le proprie paure.
Assicura un viaggio confortevole e sicuro.
Promuove cambiamenti e sblocca situazioni stagnanti.

Posizione delle mani

Per il mudra di Raido, la mano va posta in verticale, la punta del pollice e dell'indice si toccano formando un triangolo, mentre le altre dita sono ripiegate verso il palmo.

Posizione yoga


Rivolti verso sud. Diritto in piedi, il braccio sinistro piegato, con il gomito a novanta gradi, la mano poggiata sull’osso dell’anca. La gamba sinistra viene sollevata leggermente di lato, rimanendo in equilibrio su quella destra. Il braccio destro ricade lungo il fianco. In un’altra posizione, poggiati sempre sulla gamba destra, la gamba sinistra viene portata in avanti, così anche le braccia, distese, con la punta delle dita della mano destra, a palmo in su, che toccano quelle della mano sinistra, a palmo in giù.

Canto della runa
Raido Raido Raido
Rrrrrrrrrrrrrrrrr
Ru Ra Re Ri Ro
Rut Rat Rit Ret Rot
Rrrrrrrrrrrrrrrrr

Rrrrrrrrrrrrrrrrr
Riiiiidddd Riiidddduuuu
Rrraaa Rrreee Rrriii Rrroo Rrruuu
Rrrrrrrrrrrrrrrrr

Una giornata di seduzione

Un giorno per sedurre. Leggendo un articolo su Astrella di questo mese, ho pensato di prendere spunto da questo pero proporvi una giornata all’insegna della seduzione. Sedurre è un arte, è un emissione di energia irresistibile che attira a se persone e situazioni, l’ingrediente principale per questa “magia” è la sicurezza in se stessi, sembra banale ma è così. Se si è eternamente indecisi e non si hanno le idee chiare su quello che si vuole davvero, si creano dei blocchi che non ci permettono di liberare la propria energia deduttiva. Ma sono numerosi gli aiuti a cui possiamo affidarci! Vi riporterò ora una giornata ideale per sprigionare le proprie arti seduttive, una vera e propria full immersion. Ma poiché non tutti hanno molto tempo a disposizione, potete prendere spunto e provare poco per volta i vari rimedi, magari adattandoli alla vostra giornata tipo. Prima di iniziare ovviamente bisogna essere convinti e sicuri di quello che si sta facendo, buttarsi alle spalle tutto quello che è passato, gli incontri sbagliati, le relazioni concluse male, gli amici che vi hanno fatto soffrire. E’ ora di fare qualche respiro profondo e di pensare a noi, di sbloccare la nostra energia e di eliminare la propria insicurezza!


- Fiori di Bach. Un aiuto importante viene dai fiori di Bach, si trovano in erboristeria e farmacia e se ne prendono quattro gocce al giorno sotto la lingua. Per eliminare i blocchi è meglio iniziare a prenderli con la luna calante. Se stiamo soffrendo per una relazione passata possiamo ricorrere a Holly, l’agrifoglio che ci fa sentire amati e capaci di amare, o se tendiamo a voler controllare la situazione e siamo gelosi, dovremmo prendere Chicory, al cicoria selvatica, che insegna a non essere possessivi e a non aver paura di donare. Agrimony invece ci supporta se abbiamo paura di non meritare amore, infondendo ottimismo e fiducia nel futuro.

- Mudra. Dopo aver preso le gocce dei fiori si Bach, troviamo un posto comodo dove poterci sedere e iniziamo a rilassarci e a concentrarci con l’aiuto dei mudra, delle posizioni specifiche che si assumono con le mani e le dita. Queste posizioni vanno mantenute per circa tre minuti, ma è possibile incominciare anche con un ciclo di quattro respirazioni: si inspira e si trattiene l’aria per qualche secondo, naturalmente, per poi rilasciarla lentamente. Se siamo usciti da una relazione e non riusciamo a sentirci ancora pronti per una nuova storia, usiamo questo mudra: congiungiamo i palmi delle mani e portiamo gli indici all’altezza del nostro terzo occhio, i gomiti in fuori. Per vincere gli ostacoli d’amore, pieghiamo il dito medio e l’anulare verso il palmo, mentre lasciamo distese le altre dita. Il gesto delle corna in parole povere, con il pollice verso l’esterno. Le braccia sono aperte, i gomiti alzati e le mani all’altezza del viso.

- Bagno rituale. Non poteva mancare un bel bagno rilassante. Dopo aver meditato ed esserci rilassati con i mudra, è ora di creare un piccolo rituale tutto per noi, da ripetere di tanto in tanto. Se si vuole amplificare il suo potere, si può fare questo bagno tutti i giorni per nove giorni di seguito. Eliminiamo ogni forma di rumore, televisione e telefoni, prepariamo l’acqua del bagno aggiungendo qualche goccia del fiore di Bach Crab Apple, melo selvatico, per consacrarci all’amore. Accendiamo due candele, una che ci rappresenti e una per il nostro scopo, rosso per un amore passionale, magari breve, rosa per una relazione duratura, e via dicendo. Se vogliamo mettiamo nell’acqua anche qualche pietra adatta come il quarzo rosa, bruciamo qualche incenso, alla lavanda o alla vaniglia magari, e per un tocco ancora più magico, cospargiamo la superficie dell’acqua con petali di rosa rossa. Immergiamoci nell’acqua, che non deve essere eccessivamente calda, rilassiamoci lasciando andare ogni tensione e immaginiamo come potrebbe avvenire una nostra conquista.

- Tè e oli essenziali. Uscite dal bagno, indossati abiti puliti e freschi, andiamo in cucina assieme alle nostre candele. Come sottofondo mettiamo la musica che preferiamo, prepararci una bella tazza di tè speciale composto da tè nero, un pizzico di zenzero e del miele. Lo zenzero stimola il fisico e accende l’energie dell’eros. Lasciamo bruciare la candele, completamente se vogliamo dedicare alla magia della seduzione una sola giornata, o nell’arco di più giorni se vogliamo ripetere questo rituale. Accendiamo un incenso o bruciamo degli oli essenziali, il sandalo per allontanare i cattivi pensieri e la depressione, il geranio che ci indica dove cercare l’amore, o ylang ylang contro la gelosia.

- La conquista con il triangolo. Ora dobbiamo agire in luna crescente, per attirare a noi la nostra preda! Ci occorre una pergamena o un foglio di carta, della china o dell’inchiostro rosso o rosa a seconda del nostro intento. Disegniamo un triangolo isoscele con la punta rivolta nella direzione opposta alla quale ci troviamo, dentro al quale disegneremo dei simboli che rappresentano il nostro desiderio, una runa o una carta dei tarocchi ad esempio. Ai vertici del triangolo accendiamo tre candele rossa o rosa e meditiamo sulle future conquiste. Anche questo rituale possiamo ripeterlo più volte, usando sempre le stesse candele, fino a quando non si saranno consumate. Tenete con voi i resti delle candele, per poterli poi rifondere o da usare come amuleto d’amore. Pieghiamo la pergamena cinque volte, poiché è la quinta casa che governa queste faccende, e bruciamola con una candela rossa o rosa. Spargete le ceneri verso est affinché l’aria porti il vostro messaggio.

Ansuz

Corrispondenze
Significato antico – Voce del divino
Altri nomi – Anzuz, Ass, Aesir, Ansur
Valore fonetico – A
Divinità – Odino
Animale – Lucciola
Polarità – Maschile
Elemento – Aria
Valore numerico – 4
Colore – Azzurro scuro
Albero – Frassino
Erba – Iperico
Cristallo – Smeraldo
Ciclo solare – 13 agosto al 29 agosto
Parole chiavi – Suono creatore, segnali, messaggi, intuito


Descrizione

Antico poema anglosassone
La bocca è la fonte di ogni lingua,
regge la saggezza,
consola i savi,
gioia e speranza dei signori.

Poema norvegese
L’estuario è la via della maggior parte dei viaggi
ma il fodero è nella spada.

Poema islandese
Odino è l’antico creatore
è il principe di Asgard
e signore del Valhalla.

Con Uruz abbiamo preso contatto con il nostro lato oscuro, con Thurisaz abbiamo preso in mano la spada e abbiamo combattuto contro noi stessi, contro le nostre pulsioni e istinti indomabili. Ora siamo stanchi e stremati ci sentiamo deboli, ammalati, crescono le paure e la mente vacilla, con Ansuz diventiamo consapevoli del nostro vuoto, della nostra solitudine e siamo ora disposti a cercare aiuto, a lasciarci guidare. Ansuz è la comparsa di una guida nella nostra vita nel momento più difficile, è un raggio di sole che perfora con forza la spessa coltre di nubi, illuminando la via, guidandoci alla fine dell’arcobaleno dove troveremo il tesoro. Per questo motivo il simbolo della runa sembra essere un arcobaleno stilizzato o due braccia amiche che offrono un aiuto. Ansuz può essere il nostro maestro d’armi, un vecchio saggio, il padre o il nonno, un viandante incontrato per strada, sotto le cui sembianze si cela il dio viandante, Odino. Stanchi, sporchi e stremati, ora abbiamo finalmente un appoggio, parole calde e sicure che ci dicono che possiamo riposare. Ansuz cura le ferite, rinfranca l’animo, ci rinvigorisce, è la sciamata dello Spirito che può manifestarsi sotto varie forme, come mendicante ma anche come malattia, buona o cattiva sorte. La Chiamata implica sempre un sacrificio senza il quale non c’è salvezza, il prezzo va pagato con il proprio sangue, appendendosi all’albero cosmico Yggdrasil come Odino, lasciando per un periodo tutto ciò che amiamo, amici e famigliari. Siamo presi per pazzi, ma siamo appesi, feriti, perdiamo i sensi, deliriamo, sentiamo voci e parliamo in modo sconnesso. Poi cominciano ad apparire le rune, scorrono davanti a noi in sogno, mostrandoci tutti i loro simboli e i messaggi che possono trasmetterci. Ansuz è la runa di Odino, signore degli dei nordici, conosciuto con numerosi nomi, tra i quali Odin, Woden, Wotan e Godan, dio della guerra, della magia, della sapienza, della diplomazia e della poesia. Decise di sacrificare un occhio per arrivare alla conoscenza alla fonte di Udr, alle radici del Yggdrasil, l’albero di frassino perno dell’universo; si appese ai suoi rami per nove giorni e nove notti per ricevere il segreto delle rune. E’ sempre accompagnato da due corvi, Huginn, pensiero, e Muninn, memoria, che egli manda per il mondo per indagare per suo conto, e da due lupi che divorano qualunque cibo gli venga offerto, poiché il dio vive solo bevendo vino. In battaglia brandisce Gungnir, la lancia che non manca mai il bersaglio, e cavalca il cavallo a otto sampe Sleipnir. Una delle manifestazioni più singolari di Odino è quella del viandante, un vecchio mendicante con abiti logori, capelli grigi, barba lunga, vestito con un vecchio mantello e un cappello celato su un occhio, incarnando così l’archetipo del vecchio saggio, dello spirito che si presenta nelle situazioni in cui si necessita di un aiuto astuto e intelligente. Ansuz è la runa della Chiamata, è la voce di Odino che consiglia e ispira. Ansuz è l’anima, lo spirito, tanto che il suo nome deriva dalla radice indoeuropea ansu-, spirito appunto, è chiarezza mentale, conoscenza e capacità di comunicazione. Fehu è l’aiuto materiale che arriva dalla natura, Uruz è la nostra forza interiore, Thurisaz la capacità di difenderci e Ansuz è un aiuto che arriva dal divino, la guida interiore che ci nutre e ci sostiene nel nostro cammino.


Runa dritta
Oracolo
Ecco giunto il Saggio e il Mago.
Cessate ogni lamento e vaniloquio,
ascoltate e prostratevi alla potenza della parola,
non siate stolti o superbi.
Guardate intorno a voi i segni dell’eterno
e troverete Guida sicura.

Ansuz dice che siamo ben collegati con la dimensione spirituale, che siamo in cammino verso il nostro destino, ci stiamo affidando all’universo e ascoltiamo il nostro intuito. Tutto scorre con chiarezza, gli ostacoli scompaiono dalla nostra strada, ci stiamo comportando correttamente e ci stiamo dirigendo verso la verità e la saggezza. Con l’estrazione di questa runa, è bene allargare le braccia a e prepararsi a ricevere aiuti, amicizia e amore, tutti doni che ci vengono fatti e che ci danno nuove opportunità per vivere al meglio, quindi bisogna stare ben attenti a ciò che accade attorno a noi. C’è una chiamata che può portarci a nuova vita!

Runa rovesciata
Oracolo
Ingenuità e stoltezza,
pigrizia della mente!
Mai abbastanza rimpiangerai
la perdita di ogni tua fortuna
se in mani ingannevoli
l’avrai affidata.
Se cedi alla voce dei demoni oscuri
muto diventa il tuo cuore nel petto,
freddo e stanco il tuo corpo,
se ti fermi il sonno cattura la mente
e tutto è perduto.

Il momento non è certo dei migliori, è un periodo di smarrimento e di confusione, non sentiamo la chiamata e i messaggi che il divino cerca di comunicarci, non c’è un collegamento con lo spirito, non siamo collegati al nostro Sé superiore. Siamo smarriti, sviati dall’ego, dalla bramosia, dall’individualismo. Potremmo essere anche circondati da persone e situazioni ingannevoli, da ipocrisia, menzogna, consigli interessati e male intenzionati. E’ indispensabile raccogliersi e ricollegarsi con il divino, fare un profondo respiro, meditare e lasciare emergere in noi le giuste domande. Ho fede in me stesso? Sto percorrendo la strada che voglio percorrere? Sono aperto mentalmente ai buoni consigli e all’aiuto? Sono pronta a farmi guidare? Ansuz capovolta ci dice che abbiamo bisogno di essere indirizzati verso una guida, un maestro, manifestazione del proprio sé interiore. E’ consigliabile consultare una persona saggia che si conosce, un anziano, un amico di famiglia, uno psicanalista.


Utilizzo magico
Acquisire nuove capacità creative, ispirazione.
Chiarezza e lucidità mentale.
Estasi e comunicazione con il divino.
Aumento delle capacità comunicative ed espressive.
Aiuto a rimanere connessi con il proprio compito evolutivo.

Posizione delle mani

I mudra di Ansuz sono due, una che usa una singola mano e un’altra che usa entrambe le mani. Nel primo mudra, ponendo la mano in posizione quasi verticale, il palmo viene rivolto verso il basso, tutte le dita sono distese mentre il pollice e il medio, oppure l’indice, si allungano verso il polso formando la runa Ansuz. Nel secondo mudra le mani vengono poste palmo contro palmo, il dito medio e quello anulare della sinistra sporgono oltre le altre dita che si toccano tra loro, formando il simbolo della runa.

Posizione yoga


Schiena diritta e talloni giunti, rivolti verso il sole. Il mento appena rivolto verso il petto. Entrambe le braccia sono inclinate verso il basso, con il braccio sinistro leggermente più alto. I palmi delle mani vanno rivolti verso il terreno. Dritti o leggermente inclinati. Questa posizione attiva le proprietà di chiaroveggenza, quelle linguistiche e comunicative e aiuta prima delle sezioni di ipnosi. Ci si ricollega con il divino e il Sé superiore. Promuove l’ispirazione e la persuasione, l’accesso all’estasi


Canto della runa
Ansuz Ansuz Ansuz
AAAAA
Aaaaassssss
AAAAA
Aaaaaaaaaaaa

Aaaaaaaaaaaaaa
Aaannnnn Aaannnn
Annnsuuu Annnsuuuu
Aaannnssuuuuzzzz


Thurisaz

Corrispondenze
Significato antico – Spina, Gigante
Altri nomi – Thurs, Thorn, Thauris
Valore fonetico – Th
Divinità – Thor
Animale – Porcospino
Polarità – Maschile
Elemento – Fuoco
Valore numerico – 3
Colore – Granata
Albero – Quercia
Erba – Porro
Cristallo – Zaffiro
Ciclo solare – 29 luglio al 12 agosto
Parole chiavi – Martello Mjollnir

Descrizione

Antico poema anglosassone
La spina è aguzza
Guai al guerriero che tenta di afferrarla
È senza misura crudele
Per chi giace accanto a lei.

Poema norvegese
Il Gigante è causa di angoscia tra le donne
La sfortuna rende felici ben pochi uomini.

Poema islandese
Il Gigante è la tortura delle donne
Abitante di rocciosi dirupi
E marito di una gigantessa.

Thurisaz è una runa associata alla guerra e alla lotta quotidiana contro il nemico, è l’arma che ci aiuta a difenderci e a offendere, è la spada del guerriero, la spina della rosa, è il conflitto, è forza, è sconfitta, è ferita, sangue, è coraggio e conquista ma anche solitudine e paura. E’ la vita che scorre inesorabile, senza mai fermarsi, senza pace, breve, che ci fa assaggiare il gusto amaro della sconfitta e quello dolce delle conquiste raggiunte con sacrifico. Dopo innumerevoli lotte contro i nemici, ci rendiamo contro che il peggiore è dentro di noi, la nostra incapacità di amarci, di accettarci, l’incapacità di ascoltare i nostri bisogni e di dire a noi stessi la verità. Abbiamo bisogno quindi di scaricare il nostro dolore e la nostra rabbia su qualcuno, il nostro nemico, colui che non ci comprende, che ci ferisce, che ci irrita. Thurisaz è una runa immobile, statica, che ci invita a fermarci e a riflettere, a smettere di lottare contro i fantasmi e di iniziare ad analizzare il nostro sé, ciò che siamo, la nostra essenza. Thurisaz è la lealtà, la fedeltà e la fiducia in noi stessi, nei nostri valori e ideali.
Questa runa è associata al dio Thor, figlio di Odino e della dea Jord, la terra selvatica, dio del tuono, protettore degli uomini e degli dei, acerrimo nemico dei Giganti che combatte con il suo infallibile martello Mjollnir. Questo martello forgiato dai nani, il cui nome significa frantumatore, provoca il tuono e ha la capacità di tornare nelle mani di chi lo possiede dopo essere stato lanciato. Quest’arma è talmente potente che lo stesso dio Thor, il più forte tra tutti gli Asi, deve indossare degli speciali guanti di ferro e una cintura magica che, quando indossata, raddoppia la sua forza. Thurisaz, runa legata a un arma formidabile, è connessa anche con la figura di Loki e dei Giganti, le forze primordiali del Caos e della natura selvaggia, la loro sconfitta per mano degli dei rappresenta il trionfo della cultura sulla natura.

Runa dritta
Oracolo
Dormi, dormi il tuo lungo sonno,
Anche se gli Elfi Neri scrutano tra le tenebrev Dormi, dormi al tepore del fuoco
I Giganti sono lontani da qui
Questa notte sei al sicuro.
Al risveglio il tuo incubo sarà dileguato
E un nuovo giorno comincerà per te.

Diritta la runa indica fertilità e rigenerazione, protezione, difesa, una buona possibilità di sopravvivere alle avversità, resistenza, bisogno di un’azione correttiva e di prendere una decisione giusta. Thurisaz è l’arma con cui ci difendiamo, è un’energia difensiva che possiamo usare contro tutto ciò che ci minaccia, un’energia che nasce da dentro di noi per difendere ciò che amiamo di più al mondo, o almeno dovremmo: noi stessi. Nella divinazione questa runa ci indica che è il momento di imparare a difenderci, a fare valere i nostri diritti, di non cedere davanti alla paura. E’ necessario però fermarsi per riflettere, per guardare al passato, al presente e a un possibile futuro. La parola chiave in questo caso è analisi. E questo vale in tutti i campi, dal lavoro all’amore, dalla salute alla famiglia. Non dobbiamo temere nulla, abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per proteggerci e amarci. Thurisaz è la vittoria sul male, sul caos, ma non è ancora pace.

Runa rovesciata
Oracolo
Non ti assopire sulla riva del lago
Non avanzare nell’intrico dei rami
O preda sarai del tuo incubo peggiore
La notte è oscura e senza fuoco
Orchi e Giganti ti stanno attorno
Sia vigile la tua mente e acuto il tuo sguardo.

Thurisaz rovesciata indica un conflitto in atto, un attacco da un nemico, un litigio, un aggressione, problemi in più campi, compreso quello della salute, caos e cambiamenti senza preavviso. Questa runa capovolta è come un campanello d’allarme, un brusco ritorno alla realtà, le favole e i giochi sono finiti. Thurisaz ci invita a prestare molta attenzione a ciò che ci circonda e a quello che stiamo coltivando dentro a noi stessi, bisogna iniziare a difendersi in modo attivo, a prepararci a un eventuale scontro. Forse stiamo trascurando troppo noi stessi per assecondare gli altri, ci stiamo facendo calpestare e usare, stiamo rinunciando a ciò che ci spetta di diritto. E’ ora di tirare fuori le unghie!


Utilizzo magico
Rafforza le difese consce e inconsce contro i nemici.
Crea uno scudo difensivo che respinge ogni negatività.
Favorisce la calma, la riflessione e l’autoanalisi.
Invita a modificare i vecchi schemi.

Posizione delle mani

Nel mudra di Thurisaz il pollice, il medio e l’anulare si uniscono sporgendo in avanti, formando una punta, mentre l’indice e il mignolo si stagliano verso il cielo per raccogliere l’energia e il potere del fulmine

Posizione yoga


E’ possibile assumere due posizioni, una semplice e l’altra un po’ più complessa. Nella prima si rimane in piedi, gambe unite, il braccio destro rimane disteso lungo il corpo, quello sinistro si piega, porgendo il gomito all’esterno, e posizionando la mano all’altezza della vita. Nell’altra posizione si rimane in equilibrio sulla gamba sinistra, delicatamente si piega quella destra andando a poggiare il piede all’altezza del ginocchio. Centrato il baricentro, lentamente si portano in alto le mani, oltre la testa che guarda all’orizzonte, unendo i palmi. In entrambe le posizioni la schiena deve restare ben dritta ma non rigida. Queste posizioni radicano profondamente chi le mantiene per qualche minuto, nutrendo così in modo intenso ogni attività spirituale. Insegna ad equilibrare il proprio corpo, in particolar modo la seconda, donando un perfetto stato di equilibrio della coscienza, del corpo e dell’anima. Fisicamente questa posizione tonifica e rinvigorisce il torace, i polmoni e il cuore.

Canto della runa
Ttthhhhhhhhhh
Tthuuurriiissaaazzz
Tthuuurriiissaaazzz
Tthuurr tthuurr
Tthuurr tthuurr
Thuuu thuuu
Thuuu thuuu

Thurisaz thurisaz thurisaz
Thur Thar Thir Ther Thor
Thu Tha Thi The Tho

Uruz - Riflessione

Oggi ho meditato un po' sulla runa Uruz. Fa sorridere quanto il percorso che stò facendo con le rune si adatti alle vicende della mia vita. Con Fehu ho passato giorni sereni, nonostante la dipartita di Bianca, forse proprio per questo abbiamo apprezzato maggiormente quello che abbiamo, siamo andati un paio di giorni in vacanza e ci siamo rilassati un po', proprio come se fossimo cullati nel grembo materno. Ma ora con Uruz, e con l'adozione della giovane Syria, l'antifona cambia. Non tutto è così facile da ottenere, bisogna lottare come un toro talvolta, essere determinati e irremovibili, resistere. Così bisogna comportarsi per fare davvero felice un cane, educarlo, dirgli tanti no, sgridarlo o premiarlo nel momento giusto, non cedere ai suoi capricci e tutto per insegnarli che si deve fidare di noi, che è protetto e amato, che non c'è bisogno, e non deve, essere un capo branco, sopratutto tra due esseri umani. Syria è molto intelligente e per questo molto furba, capisce perfettamente quando la rimproveriamo, quando vogliamo giocare, quando vogliamo che stia seduta ad ascoltarci e via dicendo, ma essendo giovane e non molto abituata ad avere un branco, ogni tanto cerca di approfittarne un po', non ascoltando e facendo di testa sua. E educare un cane, l'energia, l'inflessibilità e l'impegno necessari, possono essere applicati a qualunque campo della vita. Ma ognuna di queste caratteristiche deve essere anche utilizzata con la testa. Ogni tanto perdo la pazienza con Syria, tornando all'esempio del cane, perchè mi sento frustrata, debole e, nonostante l'energia che utilizzo, non abbastanza forte. Ma il problema non stà nell'energia ma piuttosto come la si utilizza, invece di farla esplodere, che è più semplice, bisogna saperla indirizzate, in questo caso, verso un maggior autocontrollo e pazienza.

Uruz

Corrispondenze
Significato antico – Toro selvaggio
Altri nomi – Ur, Urus
Valore fonetico – U
Divinità – Loki
Animale – Uro
Polarità – Maschile
Elemento – Terra
Valore numerico – 2
Colore – Verde Scuro
Albero – Betulla
Erba – Muschio
Cristallo – Rubino
Ciclo solare – 14 luglio al 28 luglio
Parole chiavi – Forza, audacia, coraggio, volontà, potenza, resistenza, mascolinità, entusiasmo, passione, iniziazione, sfida, pericolo.

Descrizione

Antico poema anglosassone
L’Uro bellicoso e cornuto
Belva feroce con le corna lotta
Indomito attraversa le brughiere
Creatura affascinante!

Poema norvegese
Le scorie derivano dal ferro cattivo
La renna attraversa le lande ghiacciate

Poema irlandese
La burrasca è il pianto delle nuvole
E rovina per il raccolto
E odiata dal pastore

Se con Fehu abbiamo potuto goderci l’aspetto più amorevole e materno della Dea, dell’abbondanza e della natura che elargisce i suoi frutti, Uruz ci obbliga a fare i conti con il suo lato oscuro, con la fatica, con il terreno arido e duro da scavare, con il sudore, con prove di resistenza e di coraggio. Non tutto è come vorremmo che fosse, non sempre ci son solo rose e fiori, a volte ci sono regole a cui sottostare, ostacoli da aggirare o da affrontare. L’Uro, un enorme toro dalle lunghe corna, resiste nella neve dell’inverno, tien testa alla tormenta, ai predatori e agli uomini che gli danno la caccia, si difende con la forza e il coraggio. Uruz è il nostro inconscio, il lato oscuro incontrollabile, l’istinto di sopravvivenza che genera la paura e la forza di reagire. Uruz è la capacità, o l’incapacità, di dominare la forza cieca dell’animale che dorme dentro di noi. Uruz rappresenta la Terra, materna e nutriente, solida, potente, raccoglie in se tutte le caratteristiche del grembo materno, ma può scuotersi, inaridirsi, aprirsi e liquefarsi trasformandosi in lava, frana, deserto o fango. Il toro, associato a questa runa, ha fin dall’antichità suscitato ammirazione e timore, per la sua calma apparente che può trasformarsi in furia cieca. Il toro è la lotta contro le pulsioni e i bassi istinti, la destrezza, il controllo, la calma con cui affrontiamo i nostri fantasmi. Ritroviamo il culto del toro in diverse culture, come in Egitto con la Dea lunare Hator, detta vacca celeste, e il toro sacro Api, adorato a Melfi. Nei misteri di Mithra l’uccisione del toro primordiale permette di ordinare il cosmo, nei miti greci Zeus si trasforma in toro per rapire le splendide Io ed Europa. Possiamo trovare questo animale nella cultura degli indiani d’America come in quella giapponese.

Approfondiamo la leggenda del minotauro. Minosse, re di Creta, pregò Poseidone di inviargli un toro come simbolo dell'apprezzamento degli dei verso di lui in qualità di sovrano, promettendo di sacrificarlo in onore del dio. Poseidone acconsentì e gli mandò un bellissimo e possente toro bianco di gran valore. Vista la bellezza dell'animale, però, Minosse decise di tenerlo per le sue mandrie. Poseidone allora, per punirlo, fece innamorare perdutamente Pasifae, moglie di Minosse, del toro stesso. Nonostante quello fosse un animale e lei una donna, ella desiderava ardentemente accoppiarsi con esso e voleva a tutti i costi soddisfare il proprio desiderio carnale. Vi riuscì nascondendosi dentro una giovenca di legno costruita per lei dall'artista di corte Dedalo.
Dall'unione mostruosa nacque il Minotauro: aveva il corpo umanoide e bipede, ma aveva zoccoli, pelliccia bovina, coda e testa di toro. Era selvaggio e feroce, perché la sua mente era completamente dominata dall'istinto animale. Minosse fece rinchiudere il Minotauro nel Labirinto di Cnosso costruito da Dedalo. La città di Atene, sottomessa allora a Creta, doveva inviare ogni anno, secondo altre fonti: ogni tre o ogni nove anni, sette fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto al Minotauro, che si cibava di carne umana. Tèseo, eroe figlio del re ateniese Ègeo, si offrì di far parte dei giovani per sconfiggere il Minotauro. Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, si innamorò di lui e decise di aiutarlo nella sua impresa. All'entrata del labirinto Arianna diede a Tèseo il celebre "filo d'Arianna", un gomitolo, di filo rosso, realizzato da Dèdalo, che gli avrebbe permesso di non perdersi una volta entrato. Quando Teseo giunse dinanzi al minotauro, attese che si addormentasse e poi lo pugnalò. Secondo altri, lo affrontò e lo uccise con la spada. Il labirinto oscuro può rappresentare la mente umana, con le sue contorte circonvoluzioni, dentro al quale è intrappolato un mostro guidato solo dai suoi istinti animali. Solo il coraggio sostenuto dalla ragione può sconfiggere i mostri all’interno della psiche senza esserne sopraffatto. Un'altra leggenda può essere associata a questa runa, quella di Beowulf. Il Re danese Hrothgar costruisce a Heorot un'immensa dimora per la sua corte, il "Cervo". La splendida reggia attira l'attenzione di Grendel un mostro gigantesco e sanguinario il cui aspetto viene descritto sempre indirettamente e a tratti, probabilmente un troll della mitologia nordica. Dopo aver studiato la vita nella reggia dall'esterno per qualche tempo, Grendel prende a far visita al Cervo ogni notte, mietendo molte vite a ogni suo passaggio. In soccorso al disperato re danese arriva Beowulf, nipote del re dei Geati, i Goti che abitavano, probabilmente, la Svezia meridionale. Anche dell'aspetto di Beowulf non si sa molto; certamente si tratta di un uomo molto giovane, fisicamente "eccessivo" cioè dotato di una statura e di una forza sovraumane, che lo fanno spesso apparire simile a quei giganti che la mitologia nordica ritrae sempre come ostili e pericolosi. Beowulf decide di affrontare Grendel a mani nude, e in un terribile combattimento riesce a strappare un braccio all'Orco e causarne la morte. I festeggiamenti al Cervo sono appena iniziati quando, la notte successiva, il palazzo viene visitato da una creatura altrettanto sanguinaria, la madre di Grendel; rappresentata come una donna mostruosa e gigantesca, che abita in una dimora subacquea nascosta nei paludosi e nebbiosi acquitrini di una "marca" remota e inquietante. Beowulf offrirà ancora il suo sostegno al re e si recherà, in una sorta di simbolica discesa agli inferi, a incontrare l'orchessa, riuscendone ancora vittorioso. In questa lotta Beowulf, diversamente da quanto accaduto con Grendel, non rinuncia ad armi ed armature, anzi si affida alla cotta e alla sua spada. Alla fine riesce ad avere la meglio solo in virtù di una spada eccezionale e prodigiosa, trovata in una circostanza fortuita nell'antro del mostro durante la lotta, senza la quale sarebbe certamente perito nello scontro. Beowulf, tornato in patria, diventa re dei Geati e regna pacificamente per cinquant'anni. Il suo regno viene però aggredito da un nuovo mostro, questa volta un drago. Già anziano, Beowulf affronta il drago per proteggere il proprio regno; pur riuscendo a ucciderlo, morirà anch'egli nello scontro, come Thor è destinato a morire uccidendo il gigantesco serpente d'acqua. Anche in questo mito troviamo lo scontro tra le pulsioni e gli istinti del piacere e la ragione e il coraggio.

Uruz, energia primordiale sottratta al controllo della ragione, è associata al dio Loki, uno degli dei più ambigui e bizzarri. E’ il dio dell’astuzia e dell’inganno, capace di elaborare piani malvagi e di salvarsi da situazioni pericolose, compagno di Odino e Thor in alcune avventure, in altre sovverte l'ordine cosmico generando creature mostrucose come Hel, per metà donna e per metà cadavere, guardiana del regno dei morti, Fenrir, lupo enorme e feroce, e Jormungandr, mostruoso serpente che cinge la terra. Con astuzia riesce a far uccidere il pià buono e amato degli Dei, Balder, e per punizione uno dei suoi figli viene trasformato in lupo, uccide il fratello e con le sue viscere Loki viene incatenato a tre pietre appuntite. Sopra di lui viene posto un serpente che cola veleno sul suo volto. La devota moglie Sigyn raccoglie il veleno con una ciotola ma quando è costretta ad allontanarsi per svuotarla, il dolore per il dio è talmente forte che dimenandosi e urlando scuote la terra causando i terremoti. Quando giungerà il Ragnarok, Loki si schiererà dalla parte dei Giganti e morirà uccidendo il dio della luce Heimdall. Loki rappresenta i lati imprevedibili, indomabili, a volte positivi, a volte distruttivi, così come le forze della psiche che agiscono ambiguamente, fuori dal nostro controllo.


Runa dritta
Oracolo
La spada lucente nel pugno,
procedi guidato dalle stelle e dal fato
puro è il tuo cuore e indomito
limpida la mente
forte il tuo braccio
ora è tempo di conquistare il Mondo.

Uruz diritta rappresenta il valore, il coraggio, la buona salute, la forza maschile, la vitalità, la capacità di resistenza e sopportazione. La radice Ur- indica qualcosa di primordiale, per questo Uruz simboleggia le pulsioni primitive, l'istinto ma anche l'energia vitale indomabile. Ci mette in contatto con un'enorme riserva di energia che è a nostra disposizione, ma è difficile da controllare e richiede molta abilità. Questa runa ci indica che siamo in contatto con i nostri bisogni e siamo in grado di soddisfarli, che riconosciamo la nostra verità e la esprimiamo al mondo, sappiamo gestire le nostre forze senza comprimerle lo bloccarle. A differenza di Fehu, Uruz ci insegna a gestire le nostre risorse in modo costruttivo, occorre forza per sostenere un progetto e realizzarlo nonostante le avversità. Uruz è la capacità di superare le prove, ma ogni azione deve essere scelta con cura, non bisogna buttarsi a capofitto, come un turo infuriato. Se stiamo per lasciarci alle spalle qualcosa di vecchio, Uruz ci dice che è il momento giusto, che siamo pronti, abbiamo tutte le energie, le risorse e la determinazione che ci serve. Per quanto riguarda un lancio di rune sulla salute, Uruz diritta indica una salute fisica, su ogni aspetto, per quanto riguarda progetti, lavoro e iniziative, come abbiamo detto, indica la possibilità di raggiungere il traguardo se si procede con determinazione e attenzione. Per i sentimenti e l’amore, Uruz è un amante focoso e un po’ selvaggio, forse troppo irruento a volte, ma comunqe nobile.

Runa rovesciata
Oracolo
Non piegare la testa sotto il giogo
Pesante è la pena dell’altrui volere
Pronuncia solenne il giuramento
Di fedeltà a te stesso
Ora è tempo di conquistare
L’amato bene della libertà.

Uruz capovolta simboleggia la violenza maschile, la durezza, l’insensibilità, l’abuso, la cattiva salute, la rabbia, la frustrazione e la dipendenza. Siamo soprafatti dall’ombra, abbiamo perso il controllo, dirigiamo malamente le nostre energie, non distinguiamo la fantasia dalla realtà. Siamo stanchi, spossati, anche mentalmente, non riusciamo più a gestire la nostra rabbia, le nostre emozioni, le paure. Oppure, al contrario, siamo in balia di ciò che ci accade, depressi, privi di motivazioni e stimoli. Uruz capovolta ci invita a liberarci di qualcosa che teniamo dentro e accumuliamo da troppo tempo, abbiamo bisogno di esprimerci e uscire dal labirinto. Bisogna fermarsi, calmarsi, riprendere fiato e analizzare quello che ci stà accadendo. Abbiamo dei bisogni da soddisfare? Cosa non esprimo pienamente? A casa, tra amici, sul lavoro, con il patner. C’è troppa pressione e troppo stress nella mia vita? Dobbiamo essere pazienti e perseverare, continuare a tener duro, procedere con cautela e sviluppare modestia e umiltà. In una divinazione sui sentimenti e l’amore, può rappresentare un’insoddisfazione, soprattutto sessuale, per la poca fantasia o per la troppa irruenza bestiale. Sul campo lavorativo, attenzione al ostro comportamento che può risultare eccessivamente spavaldo o eccessivamente sottomesso, anche per la salute vale lo stesso avvertimento, gli acciacchi e i stiramenti possono essere dietro l’angolo, anche se vi sentite in ottima forma!

Utilizzo magico
Mantenimento della salute fisica e mentale
Superamento delle paure e dei dubbi
Determinazione nei nuovi progetti
Coraggio di intraprendere un nuovo lavoro
Attrazione di circostanze fortunate
Induzione del flusso magnetico terrestre
Innescamento di eventi casuali
Conoscenza e comprensione di sè


Posizione delle mani



Il braccio viene proteso verso il basso, lungo il corpo, le dita puntano verso terra. Pollice, indice e medio rimangono attaccati, lo stesso vale per anulare e mignolo. Allargare la distanza tra il dito medio e l’anulare, formando così il disegno della runa Uruz. Un’altra posizione consiste nel tenere tutte le dita della mano unite tra loro, eccezion fatta per il pollice, con il palmo e la punta delle dita rivolte verso il terreno, formando con la mano un rigido arco.

Posizione yoga

Busto piegato in avanti, mantenuto dritto ma non rigido, più parallelo possibile al terreno. I muscoli delle spalle son rilassati e sciolti mentre le braccia pendono verso il basso, protese leggermente davanti a se, le mani a coppa per raccogliere le energie della Terra. La testa segue la direzione delle braccia. La posizione deve essere effettuata in modo da aver il capo rivolto verso Est.
Aumenta la potenza e la resistenza, migliora la salute fisica e quella mentale, contribuisce ad attirare circostanze favorevoli per i propri progetti e aiuta a comprende meglio il proprio inconscio e i propri istinti. Aumenta l’energia geomagnetica, aiuta a creare e a manipolare eventi e circostanze con la visualizzazione. Migliora la concentrazione e l’attenzione, previene i mal di schiena e scioglie la tensione accumulata a livello delle spalle.


Canto della runa
Uruz Uruz Uruz
Uuuuuuuuuuuuu
Uuuuuuuuurrrrrr
Uuuuuuuuuuuuu

Uuuuuuuuuuuuu
Uuuur Uuuur Uuuur
Uuurrr Uuurrr Uuurrr
Uurruuzz Uurruuzz
Uuuuruuuz Uuuuruuuz