giovedì 12 aprile 2012

Berkana

Corrispondenze
Significato antico – Betulla
Altri nomi – Bjarkan, Beorc, Bairkan
Valore fonetico – B
Divinità – Holda, Frigg, Idunn,
Animale – Orso
Polarità – Femminile
Elemento – Terra
Valore numerico – 18
Colore – Verde scuro
Albero – Betulla
Erba – Acetosa
Cristallo – Pietra lunare
Ciclo solare – 14 al 29 marzo
Parole chiavi – crescita, famiglia, maturità, poteri femminili

Descrizione
Antico poema anglosassone

Berkana non ha frutti
però cresce alta
ornata di rami dalle alte fronde
arriva fino al cielo

Poema runico norvegese
La betulla ha foglie più verdi di qualunque altra pianta
Loki ebbe fortuna nella sua falsità

Poema runico islandese
Betulla, ramo frondoso
e piccolo albero
e fresca, giovane arbusto.

Berkana è il principio femminile, è la nascita e la crescita, è la Grande Madre che svela i misteri femminili. E' l'energia divina che risiede in ogni donna, detentrice del mistero della creazione, portatrice di fertilità e abbondanza. La donna cresce e decresce come la Dea Lunare, in un ciclo eterno e ininterrotto, da fanciulla diventa madre e poi anziana, legata agli elementi della Terra e dell'Acqua oltre all'energia lunare che influisce sulla semina, sulle maree e sul ciclo mestruale delle donne. Berkana è l'Anima Mundi, ciò che sta alla base della vita, principio intelligente da cui nasce ogni cosa: piante, minerali, animali, ogni cosa è sua emanazione, qualcosa da cui si ha origine e alla quale si deve poi tornare alla fine di un ciclo. Il glifo della runa ricorda il profilo di una donna incinta, in procinto di partorire, con il seno pieno di latte e la pancia portatrice di vita.
La supremazia femminile durò a lungo nei tempi antichi, le donne impararono a coltivare e a far crescere le piante, addolcirono gli animali selvatici, nutrendoli e legandoli a loro per aver sempre a disposizione abbastanza nutrimento per la propria famiglia, si suppone che furono le stesse donne a scoprire il fuoco e a capire come alimentarlo. La donna non perse il suo potere neanche quando l'uomo scoprì di essere partecipe alla nascita di nuove vite. Il Dio muore e nasce annualmente, è il principio maschile che commette il sacrificio supremo per poter rinascere purificato dalla Dea che per la sua natura generatrice è eterna e vive delle piccole morti durante il corso dell'anno.
La betulla era, ed è tutt'ora, un albero molto apprezzato nei paesi del Nord, il legno è adatto alla lavorazione, con la corteccia si ricavavano resistenti tegole per le capanne e con il fasciame si costruivano piccole barche. In tempo da carestia si aggiungeva la farina della scorza all'impasto del pane per la presenza di sali, zuccheri e sostanze aromatiche. Le foglie in erboristeria vengono usate per regolare il metabolismo e l'attività del sistema di ricambio, smuove quanto c'è di vecchio nell'organismo, sono antidiuretiche e antireumatiche. Sono un toccasana nei cambi di stagione insegnandoci a attivare il rinnovamento.

Questa runa è associata a qualunque Dea legata alla Terra e alla primavera. Tra queste troviamo anche la Dea nordica Idunn. Iðunn (Idun) è la dea della primavera della mitologia norrena. Appartenente alla stirpe degli Æsir, sposa del dio della poesia Bragi, identificato a volte con Odino. A Iðunn è attribuito il possesso dei frutti miracolosi dei quali gli Dèi si nutrono per mantenersi immortali e senza invecchiare, questi sono custoditi gelosamente all'interno di uno scrigno.
Iðunn appare verosimilmente come una dea della fecondità, simile in ciò a Gerðr (anche se quest'ultima appartiene alla stirpe dei Vanir). Nel Lokasenna, il dio Loki la accusa di essere dedita alla lussuria tanto da aver giaciuto persino con l'assassino del proprio fratello.
Di Iðunn è ricordato il mito del suo rapimento da parte del gigante Þjazi. La vicenda ha inizio con un viaggio di Odino, Hœnir e Loki, durante il quale l'arrosto che le tre divinità desiderano cucinarsi viene impedito dai poteri magici di un'aquila, sotto il cui aspetto si cela il gigante trasformato. Loki tenta di colpire l'aquila con un bastone, ma questo rimase incastrato nel corpo del rapace, che spicca il volo trascinandosi dietro il dio. Loki, per salvarsi, stringe un patto con Þjazi, promettendo di consegnargli Iðunn e le sue mele. In seguito Loki riesce a convincere Iðunn a uscire da Ásgarðr e a recarsi in un bosco, dove Þjazi, sempre in forma d'aquila, la rapisce, portandola nella sua dimora montana di Þrymheimr. Privi delle mele di Iðunn gli dèi cominciano a invecchiare e, saputo dell'intrìgo di Loki, lo mandano a chiamare per costringerlo a rimediare. Loki ottiene quindi dalla dea Freyja un travestimento da falco, tramite il quale raggiungere la dimora del gigante, dove trova Iðunn, sola, mentre il padrone di casa si trova momentaneamente sul mare. Loki trasforma Iðunn in una noce, portandola via con sé, ma Þjazi, che si è ben presto accorto dell'incursione, si muta di nuovo in aquila volando all'inseguimento. Gli dèi, allora, una volta che Loki ha fatto ritorno ad Ásgarðr con Iðunn, creano una barriera di fuoco tra le cui fiame Þjazi perisce. In seguito Odino dovrà affrontare la figlia di Þjazi, Skaði, decisa a vendicare il padre: ad ella verrà offerto, in riparazione, il matrimonio con uno degli dèi.
Alcuni studiosi hanno affermato che la presenza delle mele nel mito di Iðunn ha provenienza straniera. Difatti, nei testi più antichi che lo riportano, le mele non sono nominate, e di Iðunn si dice solo genericamente che possiede la medicina per impedire agli dèi di invecchiare [senza fonte]. Inoltre, le coltivazioni di mele non furono note in Scandinavia almeno sino al tardo Medioevo. C'è tuttavia chi fa notare che il termine con cui vengono chiamate le mele di Iðunn (epli) si può riferire in senso generico a qualsiasi tipo di frutto tondeggiante, non necessariamente alle mele.
Il mito delle mele di Iðunn ha numerosi corrispettivi in altre mitologie, dove si trovano spesso frutti dai poteri miracolosi, sorvegliati da guardiani, o oggetto di contesa. Dalla leggenda irlandese dei figli di Tuirenn, che rubarono le mele dal giardino di Hisberna, a quella greca del giardino delle Esperidi, sino al ben noto racconto biblico dell'albero della conoscenza del bene e del male.

Runa dritta
Oracolo
Guarda la dolce curva del ventre di una donna
quando trepida attende il primogenito.
Ascolta il canto della Promavera
che scioglie il ghiaccio del ruscello.
Contempla il presagio di nuove imprese
avvolto nel sudario del guerriero.

Berkana è la runa di purificazione, rinnovamento, di sessualità, di morte, nascita e rinascita. La sua estrazione mette in contatto con il lato femminile e con i suoi misteri, con la capacità di accogliere e dare la vita, di nutrire e proteggere. Siamo facendo pace con noi stessi ricomponendo i frammenti dell'anima, preparandoci a una nuova primavera, il desiderio di lasciarci alle spalle il freddo dell'inverno è molto forte. Qualcosa di nuovo si sta trasformando dentro di noi, un progetto, un'idea, un desiderio, un sogno. Berkana ricollega il nostro essere con l'Anima del Mondo, con la Madre Terra, con un senso di completezza e autorealizzazione .. la runa rievoca un senso di umiltà, di magia, di mistero e iniziazione.
Estratta in una lettura riguardante l'amore, questa runa non può che indicare gioia e passione, voglia di amare e la possibilità di trovare qualcuno con cui condividere la vita, se si cerca un compagno. In ambito lavorativo ci suggerisce di portare a termine un progetto, di farlo crescere e maturare, mentre per quanto riguarda la salute Berkana può indicare la conclusione di una malattia, una gravidanza oppure la necessità di depurare l'organismo dalle scorie.

Runa rovesciata
Oracolo
Accorrete, accorrete e vegliate
sui giovani fragili cuori.
Un vento gelido ha ghiacciato i germogli!
La brina ricopre le messi appena spuntate.
Perfino negli occhi degli amanti
oggi lo sguardo è raggelato.

Berkana rovesciata suggerisce un'eccessiva rigidità, contenimento, immaturità, lussuria o abbandono. La crescita e l'evoluzione sono bloccati, sia per quanto riguarda i progetti sia per quanto riguarda l'evoluzione personale, si è fermi in un limbo, non c'è primavera, si sta diventando aridi e freddi, anime sterili che non trovano più un senso. Forse ci si irrigidisce troppo, ci si comporta in modo ottuso, qualcosa ristagna nella propria vita, ci si stà rassegnando e non si ascolta più il proprio sè superiore.

Utilizzo magico
Favorisce la pace, la guarigione, la buona salute,
la mente calma, la fertilità, protezione e armonia nella coppia.
Aiuta la rinascita dopo un momento buio.
Favorisce il compimento dei progetti creativi.

Posizione delle mani


La punta delle dita del pollice e dell'indice si toccano formando un cerchio, è possibile distendere leggermente le dita per raggiungere una forma a goccia. Il dito medio si piega e poggia la punta sulla nocca tra la prima e la seconda falange andando così a formare una figura che ricorda il glifo della runa Berkana.

Posizione yoga


Stando in piedi, piegare il braccio all'altezza del gomito sinistro con il palmo appoggiato sul fianco. Piegare la gamba sinistra, il piede sinistro poggia sul ginocchio. Favorisce nel risolvere i problemi di fertilità, aumenta la costituzione fisica, la muscolatura e l'ossatura, oltre la resistenza.

Canto della runa
Berkana Berkana Berkana
Ba be bi bo bu
Beeeeerrrrr
Birk bork bark burk berk
B ib ob ub ab
beeeeerrrrr

Bbbbbbbbbbbbbbb
Beeeerrrkaaaannnnaaaa - Brrrriiiicaaaa
Beeeeoooorrrrc
Brrriii Brrreee Brrraaa Brrrooo Brrruuu
Biii beee baaa booo buuu

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