domenica 27 settembre 2020

Huldra - La decima luna

Sulla Luna della Vite,
piena di frutta e ambita dagli animali,
invoco Huldra la custode delle greggi.
Pastorella, capraia, colei che si prende cura di tutti,
sotto la sua ala, dona nutrimento,
aiutami a ripercorrere i frutti del mio lavoro
che mi alimenta, e possono le mie mani essere generose.
Possa io evitare di divorare la mia Fonte,
come le capre divorano la Vite, così che quei frutti
possano cadere per loro, più e più volte ogni anno. 


Huldra è uno spirito della foresta, protettrice delle greggi e delle mandrie, confusa spesso con la Dea Holda, madre di tutto il popolo delle huldre e dei huldrekall, femmine e maschi, da noi conosciuti come troll. Huldra ha un aspetto umano, femminile, estremamente seducente e ammaliante, non di rado triste e malinconica, dai lunghi capelli biondi, dotata di coda, di mucca o di volpe che cerca spesso di nascondere, e un buco sulla schiena, più o meno ampio, ricoperto di corteccia d'albero. Si aggira nuda per le foreste del nord Europa, completamente immersa nella natura, con un contatto diretto e simbiotico con la terra, o vestita con abiti chiari, bianchi o blu. Tutte le huldre sono creature legate alla fertilità e alla terra, le caratteristiche bovine danno sostegno a questa ipotesi, in quanto la figura della vacca era simbolo di fertilità e prosperità in moltissime culture antiche. Il suo ambiente naturale è formato, come detto, di fitta boscaglia ma anche di grotte e torrenti, tra le persone che protegge in primis vi sono i carbonai: veglia su di loro mentre riposano nelle miniere e li sveglia in caso di pericolo, quest'ultimi le lasciano delle offerte e nel caso anche dei suggerimenti su come poterli aiutare. Secondo alcune leggende le huldre avrebbero il piacere di sedurre i giovani uomini per trascorrere del tempo con loro, l’uomo può cercare di difendersi dalla sua potenza ammaliatrice con due rimedi: due piante, il fior di stecco (Daphne mezereum) e la valeriana (Vänderot), oppure nominando Dio ripetutamente. Vi è un legame anche tra Huldra e i bambini: si credeva infatti che la Signora della Foresta portasse via con sé le anime dei più piccoli. 

Il nome Huldra deriva dalla parola scandinava che significa "coperto", "nascosto", e in certe zone della Norvegia viene anche chiamata Skogsrå o Skogsfru/Skovfrue, termini che possono essere tradotti come "Signora (o Guardiana) della Foresta". Nella cultura vichinga, gli uomini partivano spesso per mare, alla ricerca di luoghi da depredare, ed erano le donne a occuparsi del bestiame e della cura nella casa. Nei momenti di sosta, Huldra e i suoi spiriti intervenivano con benedizioni per il bestiame. Ancora oggi "burro e uova" sono di proprietà inalienabile della padrona della cascina. Burro e uova di possono intendere come ricchezza, denaro e merce di scambio, estremamente importante e di valore. Huldra quindi, è una divinità molto legata alle donne, soprattutto a quelle che si danno da fare e che con il proprio impegno provano a portare avanti il sostentamento di un'intera famiglia. 

Per quanto riguarda l'associazione con Holda probabilmente ha origine da una stessa comune figura di entità femminile, per poi adattarsi ai vari contesti culturali e religiosi. Holda era una delle più importanti divinità germaniche, dea del focolare, la matrona delle filatrici, la protettrice delle partorienti, la guardiana della casa e degli animali domestici ed è inoltre associata all'inverno, alla caccia, e alla magia femminile. La stessa Holda viene identificata con uno degli aspetti della Dea Frigg. 

Invocazioni della Dea Huldra

#1
Salve, fanciulla dell’operosità!
Come la pala va nella terra,
Come la zappa va nel terreno,
Come il seme va nel giardino,
Come il grano va nel campo,
Come l'acqua viene portata dal pozzo,
Come la casa viene pulita e purificata,
Come il filo è tessuto al telaio,
quindi ci insegni che niente nasce
senza grande fatica e tremendo lavoro.
Perché l'operosità è più del semplice lavoro,
è il mezzo con cui il mondo viene cambiato. 

#2
Salutate le canzoni del lutto, 
andando alla deriva come nebbia nelle valli, 
le grida per quelli persi, 
per i cacciatori di tempesta e notte. 
Saluta la gente nascosta e Huldra, la loro signora. 
Sia lode alla fanciulla dalla schiena vuota, 
chi benedice il pio cacciatore. 
Sia lode alla fanciulla dalla coda di vacca 
chi guarda il fuoco del boscaiolo. 
Sia lode a Huldra, 
che distrugge le armi dei profanatori, 
torcendo il ferro freddo 
e gettando i loro cadaveri nella foresta affamata. 
Possano gli anelli del bisogno di fuoco 
ancora una volta essere scolpiti nelle siepi 
e al tuo popolo sarà dato rifugio. 
Hail Huldra! 


Altare e legame con gli animali. Huldra è legata al bestiame, di allora, e agli animali domestici, di oggi, e possiamo invocarla durante i rituali legati a questi aspetti, per celebrare e ringraziare la natura per il sostentamento che ci dona, anche tramite il consumo di uova, latte, carne e pesce, per mantenere i greggi e le mandrie in buona salute così come per la presenza e la compagnia dei nostri animali domestici. Huldra apprezza offerte di origine animale e vegetale consumabili, soprattutto latte e cereali, offerte di ossa, di sangue, oggetti decorativi bianchi e rossi. 

⌘ Assieme ad Huldra è possibile svolgere un semplice rituale per nel prendere coscienza dell'importanza del mondo animale, in generale, nella propria vita. Sarebbe ideale potersi recare una notte in un posto tranquillo e completamente immerso nella natura, meglio che mai in un bosco vicino a una piccola caverna o un torrente, ovviamente prendendo sempre le dovute precauzioni. Decorare una grossa candela di colore rosso con delle semplici incisioni che ricordano le rappresentazioni preistoriche nelle caverne di animali e uomini, o rune di energia protettiva. Dopo aver trovato un posto tranquillo e aver acceso la candela, si ringrazia Huldra per la compagnia e la presenza che gli animali domestici donano, la fedeltà che dimostrano, la gioia di vivere. È il momento di ricordare i momenti gioiosi e dolorosi vissuti con loro, riportando alla memoria coloro che sono passati oltre. Allo stesso tempo (soprattutto per chi non è vegetariano) vengono ringraziati gli animali che hanno dato la loro vita perché la nostra possa continuare, o che forniscono prodotti alimentari che permettono di sostenerci o ci danno addirittura da vivere. Si rifletta su quanto profondo e inestimabile sia questo dono, ricordandolo ogni volta che ci si nutre, che sia un pasto di origine animale o di origine vegetale. 

⌘ La luna piena di Ottobre è detta anche luna della caccia, luna rossa, luna del sangue, con riferimento alla riapertura della stagione della caccia. Una volta la caccia, che tuttora si inaugura sotto questa Luna, era un modo per mettere alla prova le proprie qualità vitali: occorrevano coraggio, passione e abilità guidate dall'istinto. La caccia era una vera sfida tra cacciatore e preda e non veniva definita uno sport, ma era una delle importanti attività necessarie al sostentamento. Oggi possiamo ancora riflettere sulle fonti del nostro sostentamento e sul nostro modo di misurarci con le nostre prede nel nostro lavoro, nelle nostre attività. L’altare può essere decorato con rappresentazioni e animali selvatici o domestici, con candele rosse e con le prime foglie autunnali. Per il banchetto mele, vino rosso, biscotti allo zenzero

lunedì 31 agosto 2020

Sàga - La nona luna

Sulla Luna dell'Albero di Nocciolo,
carne di bardi e scaldi,
invoco Saga la storica.
Signora che custodisce il tesoro delle parole
un concentrarsi di canti a più voci,
aiutami a trovare, tra la tua generosità,
l'ispirazione di cui ho bisogno per andare avanti,
la frase giusta che risuonerà nella mia mente.
Porta un sorriso alle labbra, e la risoluzione
per i miei passi incerti, lungo questo mio cammino.


Sága è nominata da Snorri come la seconda delle dee Aesir, vive in una grande dimora chiamata Søkkvabekkr, “banca sommersa” o “banca del tesoro”. Nel Grímnismál tale dimora viene citata come quarta sala di Asgard: circondata da onde fresche, “là Odino e Sága bevono tutti i giorni, lieti, in coppe d'oro”. Il gesto di condividere le vivande con Odino, il padre degli Dei, è un gesto che indica intimità e confidenza, tipica tra due sposi. Essendo essa una dea minore, spesso è stata associata e sovrapposta a Frigg, Dea del Focolare, sposa di Odino; questa sovrapposizione nasce dal fatto che il nome di questa Dea ricorda la capacità di Frigg di conoscere ogni cosa del passato e del futuro, senza però mai rivelarlo. Odino, nella funzione di poeta e donatore d’ispirazione divina, rappresenta tutti gli scrittori e i poeti che devono attingere alle leggende primordiali e all'anima collettiva della loro gente, del loro popolo, per trarre ispirazione. 

Il suo nome proviene dalla parola norvegese sja che significa “vedere”, il suo nome dunque significherebbe “colei che vede” o “annunciatrice”. La saga nella lingua norrena, come nella nostra, significa storia, racconto, e nel moderno tedesco e inglese, leggenda o mito. La saga è più di una semplice storia: la leggenda, la narrativa e la poesia si fondono con la realtà, con fatti effettivamente accaduti. La saga racchiude dentro di sé la storia di un popolo, creando un legame tra antenati e generazioni presenti e future. La Dea Sága, così come altre Dee in altre tradizioni o pantheon, può essere vista come una personificazione di storie e leggende. 


Saga raccoglie canzoni, poesie, e tutto ciò che può essere imparato e ricordato a memoria, è legata alle gesta del passato, al bere rituale, alla narrazione. La si può immaginare con una donna con ricchi gioielli, maestosa, con in mano una pergamena o una brocca, un calice colmo di vino da condividere, la sua casa si trova in riva al mare, si affaccia sugli scogli con una grossa terrazza. La Dea è in buoni rapporti con le Norne, anche se è più interessata al passato che al presente o al futuro. Saga è una protettrice delle donne, misteriosa e indipendente, una guida nell'arte della divinazione e per chi ha particolari capacità psichiche, ma è vicina anche agli scrittori, ai bibliotecari, ai ricercatori e agli amanti dei libri in generale. Può essere in qualche modo considerata l'archivista del sapere degli Dei, può essere vista come un mecenate, un mentore o una musa, un contattato come fonte di ispirazione e saggezza. Sága è legata all'acqua, alle coppe, ai pesci, quindi alla femminilità e alla gentilezza. Viene rappresentata con classici abiti vichinghi, una lunga treccia di capelli biondi e in mano una pergamena o una brocca, un calice colmo di vino da condividere con chi lo riterrà opportuno, cordialmente. La si può associale al colore verde, al blu, al grigio e al bianco, alle conchiglie e alle pietre levigate dall'acqua, ai corni per bere e alle coppe in genere. Troverete maggiori approfondimenti sul blog di Skayler.


⌘ Si può dedicare a Saga il proprio diario personale, poesie, racconti o canzoni. Può essere invocata in caso vi sia bisogno di entrare in contatto con il proprio lignaggio famigliare, i propri antenati, per ricostruire la propria storia, così come se si è in cerca di ispirazione artistica letteraria. Per un altare dedicato a Saga potete usare gli elementi e i colori del mare, qualche decorazione dorata e oggetti che siano legati al passato personale, agli antenati e alla famiglia, un oggetto che potrebbe essere di poco valore a livello economico ma legato a una storia particolarmente significativa. Vino, birra e idromele sono ottime offerte, ma si dice che apprezzi anche il porridge, la carne e le noci.

Magia dei nodi per legare i libri. Quelli di noi che studiano le vie antiche di solito amano i libri, talvolta questa passione ci porta a condividere i libri con i nostri amici e, a volte, abbiamo il timore di non rivederli. Questo semplice incantesimo permette di legare un libro al suo proprietario, tramite la magia dei nodi: prima di prestare il tomo, tenetelo tra le mani e trasmettetegli la vostra energia personale:

Per il vento e per il colle,
per la fiamma e il ruscello,
per la luce che splende:
io pongo un legame
perché a me torni
questo libro.

Avvolgete attorno al testo un cordino bianco lungo 30 centimetri, assicurandolo con un nodo, ripetendo la formula precedente. Lasciate abbastanza spazio per poter sfilare il cordino senza disfare il nodo. Fate scivolare lo spago annodato e riponetelo in un luogo sicuro, potrete sciogliere il nodo o tagliare lo spago una volta che il libro verrà restituito. 

Incantesimo per stimolare la creatività. Quello che vi occorre è uno strumento musicale, piccolo, pratico e maneggevole, come un flauto, un’armonica, un sonaglio o un tamburello. Prendete confidenza con lo strumento e imparate a conoscerlo. Il giorno del rituale accendete una candela gialla e pronunciate le seguenti parole:

Magica musica,
accoglimi.
Magica musica,
illuminami.
Magica musica,
risveglia la musa in me.
Magica musica
Vieni da me.
Magica musica,
aprimi al mistero
della creatività.
O mente mistica,
risvegliati!
Magica musica,
liberami.

Visualizzatevi mentre componete una melodia, scrivete una poesia, dipingete un quadro o date sfogo alla vostra creatività. Suonate lo strumento per qualche secondo, lasciate confluire l’energia della musica. A questo punto posate lo strumento e applicatevi al vostro lavoro, se la vostra mente comincia a bloccarsi, suonate lo strumento per qualche secondo e tornate al vostro lavoro. Quando avrete finito, per quel momento, spegnete la fiamma della candela e riponetela assieme allo strumento fino alla prossima volta in cui porterete avanti la vostra opera.

⌘ La luna piena di settembre è la luna della Vendemmia, dell’Ultimo Raccolto. È il plenilunio che saluta la stagione più calda e accoglie le giornate che si fanno più fresche e si accorciano, la Terra ha donato i suoi frutti più gustosi e si prepara al meritato riposo. Gli animali iniziano a prepararsi all'inverno raccogliendo provviste, altri si preparano a migrare verso zone più calde. In questo periodo possiamo dedicarci a noi stessi, riflettere sui frutti raccolti nei mesi precedenti, provare gratitudine per i doni che ci circondano, conservando le cose migliori ed estirpando le erbacce, concentrarci sui nuovi inizi. L’altare può essere arricchito con alcuni simboli della stagione come uva, fichi, ghiande, pigne, foglie secche, nocciole.

domenica 16 agosto 2020

Luna Nuova in Leone



Invisibile agli occhi di chi alza lo sguardo al cielo notturno, la Luna Nuova sorge e percorre il cielo circondata dalle stelle che brillano più luminose che mai. La sua presenza invisibile si fa sentire senza che l'astro si mostri, con una potenza ed un'energia pari a quella del plenilunio, un'energia rinnovatrice, di rinascita, che segna la conclusione di un ciclo e l'inizio di un altro. La Luna Nuova è il momento migliore per chiudere con il passato e aprirsi a nuovi orizzonti, per disintossicarsi e rigenerare il proprio corpo e il proprio spirito. La Luna Nuova è legata all'introspezione e all'auto analisi, ai sogni, ai presagi, all'intuito più profondo, oltre che alla comunicazione con i propri Antenati, è simboleggiata dall'Anziana, dalla Vecchia rugosa, dalla Saggia. Nel ciclo mestruale rappresenta il periodo delle mestruazioni, del ritiro delle energie, nonché alla menopausa. Diverse sono le streghe che non operano in Luna Nuova, periodo nel quale le magie effettuate in luna piena e calante dovrebbero iniziare a dare i propri frutti, dedicandosi a meditazioni e a lavori su sé stesse, preparandosi a una trasformazione o a una rinascita. Alcune dedicano questa giornata onorando i propri antenati, sistemando o pulendo la propria casa oltre che al proprio spazio sacro.

La Luna Nuova dell'Agosto 2020 cade nelle prime ore del mattino del 19 agosto, nel segno del Leone portando con sé una forte energia solare la quale ci ricorda che anche dopo la notte più scura, il Sole tornerà a risplendere. Questa Luna Nuova è creativa, entusiasta, espansiva, la voglia di creare qualcosa di nuovo e di mettersi in gioco è palpabile nell'aria, invita ad agire e a riprendere le redini della propria vita.

lunedì 10 agosto 2020

Notte di Stelle Cadenti

 


Nel mese di Agosto il Sole entra nella sua sede, il regno del Leone. E' il tempo della Canicola, cosiddetta perchè in passato la stella più luminosa del nostro firmamento, Sirio della costellazione del Cane Maggiore, si leva col Sole verso il 24 luglio, segnalando l'inizio del periodo più torrido dell'anno. Oggi, a causa della precessione degli equinozi, si leva col Sole a Settembre e comincia ad apparire a Ottobre, dopo la mezzanotte, per poi anticipare ogni mese che passa la sua levata di circa due ore. Nell'antichità Sirio, la Sothis greca e Septet egizia, era considerata come Venere del Mattino (con frequenti confusioni con il paneta), la stella che accompagna la barca di Ra, stella del mattino, guida dell'uomo, iniziatrice di un'era, stella imperitura, stella infaticabile. Il levare eliaco di Sothis determinava l'inizio del nuovo anno del calendario sacro egizio e preannunciava l'arrivo delle piene fecondatrici del Nilo.

Il primo agosto cade la festa celtica di Lughnassad in nome del trionfante dio della luce e della resurrezione, Lug. Si ipotizza che tale celebrazione abbia amplificato l'importanza della festa di San Lorenzo, il 10 agosto, quando trionfano nella notte le stelle cadenti, frammenti incandescenti del cielo, quasi questo inviasse il suo fuoco divino. 
I proverbi attribuiscono il fenomeno alla leggenda del Santo bruciato sui carboni ardenti: "San Lorenzo dei martiri inozenti, casca dal ciel carboni ardenti". In realtà il Santo fu decapitato perchè si era rifiutato di consegnare i tesori della Chiesa che gli erano stati affidati, piuttosto che farli cadere nelle mani dell'imperatore li aveva venduti distribuendo il ricavato ai poveri. Poi, radunati i poveri, i ciechi, gli storpi e i malati di Roma, li aveva presentati al prefetto dell'Urge dicendo "Ecco i tesori eterni che non diminuiscono mai e fruttano sempre, sparsi in tutto e dappertutto". La leggenda narra di un Santo ricco di ironia che, steso sul letto di ferro incandescente, si lasciò bruciare esclamando a un certo punto "Ecco, hai arrostito per te una parte, rivolta l'altra e mangia".

domenica 5 luglio 2020

Vár – La settima luna

Sotto la luna della Quercia,
guardiana tenace, amica del tuono,
invito Vár la garante dei patti.
Possa la mia parola essere forte,
come il dritto antico albero tra gli arbusti che si piegano e ondeggiano,
con i venti delle opinioni, dei sentimenti e delle paure.
Sostienimi per i miei voti,
anche quando il peso di ogni impegno è pesante come la pietra.


Vár è un’ancella di Frigg, legata alla settima luna piena dell’anno, quella che cade nel mese di luglio, lei ascolta tutti i giuramenti fatti dalle persone, in particolare i voti e le promesse tra uomini e donne, ed è solita vendicarsi di coloro che hanno rotto le loro promesse, non in modo furioso, ma piuttosto come le potenti Norne. Lei è un promemoria in quest'epoca di facili affari e promesse casuali, reduce di un tempo in cui la parola di una persona era l'unica garanzia necessaria per sigillare un accordo. Nella società dei vecchi norvegesi, il giuramento o il voto erano visti come più profondi, altamente vincolanti, gli atti più significativi e magici che ci potevano essere. Lo scambio formale di doni implicava una specie di giuramento tra le parti coinvolte, dal momento che si cercava così di creare lo stesso tipo di scambio e fiducia. Un regalo era tradizionalmente accompagnato da parole che indicavano che la buona volontà e la fortuna del donatore l'avrebbero accompagnato. L'anima di una persona cresce con l'onore e potrebbe “aumentare” ogni volta che le sue azioni corrispondono alle sue parole. Viceversa, ogni volta che uno non si riesce a sostenere le proprie parole con azioni, l'anima viene indebolita. Quando una persona perde l'onore, perde la fiducia, e quindi un po' della sua umanità. La rottura dei giuramenti è una questione molto seria; infligge reale danno alla parte lesa, proprio come se fosse stata fisicamente aggredita. Accettando un regalo o un giuramento, quindi, si sta essenzialmente mettendo sè stessi nelle mani degli altri. Troverete maggiori approfondimenti sul blog si Skayler.

⌘ Un altare a Vár probabilmente sarebbe austero, usate i colori del buio oppure bianco o grigio chiaro. Qualsiasi oggetto sacro su cui giuramenti potrebbero essere opportunamente stipulati, a prescindere dall'intenzione di giurarvi in questo particolare momento, potrebbe essere posto sull'altare. Tra questi si possono scegliere: sacre pietre, anelli e altri gioielli, coltelli, spade o altre armi. 

⌘ La promessa dell'acqua. Tale elemento, legato all'amore e ai sentimenti, è spesso presente nei rituali di unione e di matrimonio. Si pensava che le promesse effettuate con la presenza dell'acqua rendessero la coppia indivisibile. Questo semplice rituale, riadattato per poter lavorare con la Dea Vár, è allo stesso tempo un’unione e un rituale d'amore, può essere eseguito dalle nuove coppie che vogliono sigillare il loro amore o da quelle che vogliono rinnovare le proprie promesse. Occorre recarsi presso una fonte d'acqua o nei pressi di un piccolo ruscello, una persona si posiziona da un lato del corso d'acqua e l'altra dall'altro lato, l'importante è che siano abbastanza vicine per potersi tenere per mano. 

Dea Vár, garante delle promesse,
Acqua che scorre, siate testimoni di questo atto:
le nostre mani sono legate, noi stingiamo questo patto.


⌘ Quando si tratta di giuramenti seri, è sempre meglio farlo in presenza di alcuni testimoni fidati, persone che si conoscono bene, che ascoltano le vostre parole e che si uniscono a voi nel riconoscere le intenzioni. In un rito nuziale, Vár sarebbe probabilmente solo una delle tante divinità indirizzate, ma i voti veri dovrebbero essere sigillati con doni e pane tostato sacro, in suo nome. 

Signora dei voti, potente Vár
Testimone di matrimoni,
Signora del mantello viola,
Signora degli anelli,
Custode d'onore,
Dura donna
Sii con noi, grande ascoltatrice di voti.
Tu sei la testimonianza delle nostre azioni,
la guardiana delle nostre parole.
Guarda i nostri intenti e le nostre mancanze.
Cavalchiamo la fretta delle nostre parole verso il nostro destino,
il futuro in cui aspetti
luminosa o appannata,
l'anima della nostra verità.
Salute a te, Vár! Ascoltaci, e vieni!