sabato 5 novembre 2016

Gaia



Nomi: Gea

Dea della Terra, fecondo ventre cosmico scaturito dal primordiale spazio interstellare del Caos, Gaia è esistita, secondo gli antichi Greci, prima di qualsiasi forma di vita. Ella ha generato il cielo, Urano, affinché le tenesse compagnia e facesse l'amore con lei, ma senza anche il suo aiuto diede vita ai monti e alle sue Ninfee e a Ponto, il Mare. Il cielo che si protendeva sopra la Terra ha creato molti figli nel grande ventre di Gaia ma Urano, temendo che la loro forza superasse la sua, proibì alla Dea di partorirli: dodici Titani, tre Ciclopi e tre Centimani. A uno dei suoi figli, Kronos il Tempo, dona una falce affinché potesse liberare lui e i suoi fratelli così, in un momento in cui il padre si avvicina alla Dea, lo evira. Il sangue caduto sulla terra genera le Erinni, dee della vendetta, i Giganti e le Ninfe Melie. Gea è dunque la progenitrice di ogni cosa esistente, esistita e che esisterà, la Madre di tutti gli Dei e quindi di tutti gli uomini, è il simbolo dell'importanza della terra nelle civiltà agricole antiche, ma anche del ruolo della donna nel procreare e allevare i figli. Presso un suo tempio innalzato a Delfi in suo onore, si recavano le sacerdotesse che gettavano manciate di erbe sacre all'interno di un calderone, ricorrendo al fragrante fumo che ne scaturiva per invocare l'eterna saggezza della Dea. In un antico inno greco "A Gea, madre di tutti i viventi" la dea è invocata così: 

"Gea io canterò, la madre universale, antichissima, 
che nutre tutti gli esseri, quanti vivono sulla terra; 
quanti camminano, quanti sono nel mare e quanti volano, 
tutti si nutrono dell'abbondanza che tu concedi. 
Grazie a te gli uomini sono fecondi di figli e ricchi di messi".

Omero scrisse l'Ode alla Madre Terra:

"Mi accingo a cantare alla Terra, 
Madre universale dalle solide fondamenta, 
vecchia venerabile, che nutre quanto si trova sulla superficie di essa. 
Da te procede la fecondità e la fertilità, o Sovrana!
E da te proviene dare e togliere la vita agli uomini mortali. 
Beato colui al quale tu, benevola, rendi onori; 
questi ha tutto in abbondanza ... Dea augusta, generosa divinità! 
Salve, Madre degli dei, sposa del Cielo stellato! 
Concedimi una vita felice come premio al mio canto! 
D’ora in poi mi ricorderò di te nei rimanenti canti"


In questo periodo mi sono ritrovata a pensare molto spesso alla Dea con suo aspetto più naturale e primordiale, alla Dea della Terra e Grande Madre, sopratutto ora che il nostro territorio è percorso da scosse che causano terremoti e distruzione, spezzando vite e sogni. L'uomo appare in questo frangente più fragile che mai, ogni cosa costruita, ogni progetto, ogni desiderio si sbriciola e frana, diventando polvere in un attimo, generando paura e sconforto. C'è chi dice che sia una punizione divina, chi maledice la natura, chi prega affinché questa si plachi. Personalmente non riesco a dare una "colpa" alla nostra amata Terra, sempre si è mossa e sempre si muoverà, ma non per danneggiarci o farci un torto. Semplicemente Gaia è Gaia, la Terra è Terra e come tale si comporta, siamo noi, umani, che nei secoli ci adattiamo alle sue colline, al suo paesaggio, alle fonti di nutrimento che ci dona, al suo corpo e mai il contrario .. e così sarà sempre. La Grande Madre non è cattiva. La Grande Madre non è buona. Lei è semplicemente Lei, è equilibrio, è movimento, è vita e morte allo stesso tempo, ogni nostra vita non è neanche un singolo respiro della sua infinita esistenza. L'attività che consiglio questa settimana è una meditazione, un'attività molto semplice ma risulta anche piuttosto impegnativa se si vuole fare correttamente. Fate in modo di non essere disturbate per nessun motivo per qualche minuto, eliminate ogni cosa possa interrompervi o disturbarvi: radio, televisione, telefono, rumori esterni, citofono, famigliari, animali un po' troppo euforici e invadenti .. scegliete un posto tranquillo, potete sedervi sul divano, sdraiarvi sul letto o accomodarvi tra dei cuscini a terra. L'importante è trovare una posizione il più comoda possibile, facendo attenzione a non addormentarvi. Potete abbassare le luci, mettere una musica in sottofondo che si adatta alla meditazione, accendere qualche candela e un incenso leggero. Una volta accomodate respirate a fondo, rilassatevi poco a poco, prendendovi tutto il tempo necessario, tenendo gli occhi chiusi. Rilassatevi. Concentratevi sul respiro se può aiutarvi. Cominciate a non prestare più attenzione ai rumori che vi circondano, nè alle sensazioni che avvertite con il vostro corpo. Allontanate ogni pensiero che si affaccia sulla vostra mente, potrebbero essere molti ... con pazienza accantonateli e rimandateli, concentratevi sul presente, sul "qui e ora", liberate la mente il più possibile. Attraverso questo gesto che consiste nel distaccarsi dalla propria consueta esistenza, avete fatto sì che il vostro spazio diventasse sacro, separato dall'ordinario. Cominciate quindi a pensare a Gaia, alla natura che ci circonda, ai campi vicino casa, ai boschi, al lagno, alla montagna e al mare. Viaggiate con la mente, osservate le piante e gli animali che abitano il pianeta, cercate di percepirne la vastità e la varietà. Pensate alla vita, alla nascita ma allo stesso anche alla morte, e di come queste due cose siano collegate le une alle altre, in un ciclo infinito e in perfetto equilibrio. Pensate al ciclo delle stagioni e a tutti i loro doni, all'inverno che è alle porte, pensate allo stupore che vi dona la neve ogni volta che cade e ammanta tutto di bianco, pensate alla primavera che poco a poco si fa strada, ai germogli e ai fiori, al calore del sole, all'estate e alla gioia che porta con sè, pensate poi all'arrivo dell'autunno con le sue foglie gialle e rosse. Mentre riflettete su tutto questo considerate i cicli della nostra Terra, degli altri pianeti, del Sole e del cosmo, onorandoli con la vostra attenzione, non siete meno creatrici di Gaia. Quando sarete pronte, tornate a concentrarvi sul vostro corpo, sulla respirazione e l'ambiente circostante e aprite gli occhi. 

Fonti:
Enciclopedia Treeccani
La Dea Interiore - Kris Waldherr

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