venerdì 23 settembre 2016

Demetra



Nome: Cerere
Piante: grano, papavero
Offerte: porcellini di creta, torte di mele, cereali, vino, formaggio, olio
Rituali: tesmoforie, 26-28 ottobre
Animali: serpente, maiale

Demetra, letteralmente madre terra, è la Dea del grano e dell'agricoltura, sorella di Zeus, artefice delle stagioni, protettrice del matrimonio e delle leggi sacre. Rappresenta l'amore materno, viene descritta come una Dea dai biondi dorati raccolti in trecce che ricadono dietro la schiena, vesti profumate e un mantello scuro, talvolta con una corona di grano sul capo. 

L'amore di Demetra nei confronti della figlia Persefone era grande, quando questa si legò al dio dell'oltretomba, per diventare sua sposa, la Dea ha iniziato a vagare sulla terra, cercandola con disperazione, rabbia e dolore. Affinché sulla terra potesse riflettersi il suo tormento, Demetra ha bloccato la fioritura di ogni pianta e la maturazione del grano. Per la prima volta, sulla terra, giunsero l'autunno e poi l'inverno, il suolo diventò arido, neve e ghiaccio ammantavano ogni cosa, gli uomini rischiavano di morire per la mancanza di cibo. Il padre degli dei, Zeus, si prodigò per ammansire Demetra e chiese ad Hermes di andare da Ade e di recuperare la fanciulla la quale però si era già nutrita di alcuni chicchi di melograno, legandosi per sempre all'oltretomba. Persefone tornò dall'amata madre ma solo per sei mesi, quindi dovette tornare dal marito divino per altri sei mesi durante i quali Demetra avrebbe lasciato riposare la terra e facendo morire gran parte della vegetazione. 

Oltre ai misteri eleusini, di cui abbiamo parlato in precedenza, il più grande rituale associato a Demetra erano le tesmoforie, le cerimonie del dolore celebrate nel mese di ottobre da spose e madri.Riproponendo il tormento di Demetra dovuto al distacco da Persefone, questo rito improntato sul dolore e sulla catarsi, forniva alle donne l'opportunità di esprimere sentimenti profondi connessi alla maternità e al matrimonio. Per molte di loro si trattava dell'unica possibilità nell'arco di un intero anno, per affrancarsi dalle responsabilità domestiche e familiari ed aggregarsi ad altre donne. I riti delle tesmoforie duravano tre giorni, svolgendosi in segretezza, e le donne sentivano che Demetra avrebbe compreso i loro tormenti, confortandole con la sua accettazione. Il primo giorno del rito, Kathodos e Anodos, discendente e ascendente, le donne sacrificavano maiali sospingendoli in una tana di serpenti, assieme a delle sagome fatte di grano e farina che riproducevano uomini e serpenti. Sempre nella stessa tana, raccoglievano ciò che restava del sacrificio dell'anno precedente, mescolandolo al grano da semina. Secondo alcuni studiosi, utilizzavano questo miscuglio per modellare oggetti religiosi. Il secondo giorno, Nesteia, digiuno, le donne davano libero sfogo a ogni singola sfumatura del loro dolore, digiunavano, piangevano e si confidavano tra loro. Il terzo giorno, Kalligeneia, nato puro, delinea la catarsi che una simile messinscena delle emozioni collettive innescava in quelle donne. 

Una madre lo è dal primo istante in cui scopre di essere in attesa di un bambino, talvolta anche prima. Dopo nove messi di vita in simbiosi, è difficile pensare che proprio nell'attimo in cui si partorisce ha inizio il distacco dal proprio figli. Giorno dopo giorno, il bambino cresce imparando cose nuove: impara a mangiare, muove i primi passi, impone le proprie scelte e le proprie idee, fino alla completa indipendenza. Per alcune madri questo può essere un processo doloroso. Demetra da conforto attraverso i secoli alle donne che lottano con l'ansia della separazione dai figli. Così come vi sono madri che assistono serenamente all'abbandono della dimora familiare da parte del figlio adulto, così altre non vivono questa fase all'insegna di questo stato d'animo. La nostra cultura impone alle madri di reprimere la sofferenza, senza esprimerla apertamente. Questa mancanza, l'impossibilità di dare sfogo al proprio dolore, ha conseguenze su tutta la famiglia. Se lo si desidera, è possibile compiere un rito moderno ispirato alle tesmoforie, in prossimità della luna piena. Invitate le amiche più care, quelle con cui vi sentite a vostro agio nel condividere emozioni e sentimenti, e prendetevi un paio di giorni tutti per voi, andate a fare una piccola vacanza nella casa fuori città, se avete questa fortuna, evitate lavoro, impegni e responsabilità per una volta. Organizzate una cena da dividere con le amiche, cucinate assieme se volete, a tavola lasciate un posto vuoto per il figlio assente e riempite suo piatto con del cibo. Raccontate qualche aneddoto su vostro figlio/figlia senza però lasciarvi andare al dolore, pensate ai traguardi raggiunti e all'indipendenza che è riuscito a raggiungere. Dopo il banchetto, cercate di digiunare fino alla seconda notte dedicata al rito quando potrete abbandonarvi ai vostri sentimenti più cupi. Permettete alle lacrime di scorrere e lasciate che le amiche vi consolino, cercate di esprimere i vostri sentimenti e di esternarli quanto più possibile, sfogatevi. Appena la tempesta delle vostre emozioni si sarà placata, rompete il digiuno bevendo del succo di melograno. Il giorno successivo, avvertite il cambiamento dentro di voi, passeggiate con le amiche, meditate sul cerchio della vita di cui fate parte, se vi sentite pronte discutete dei vostri progetti per il futuro: cosa volete fare ora che avrete più tempo per voi? Ora che avrete meno responsabilità? Come cambierete il rapporto con vostro figlio/figlia? Non dimenticate che, come Demetra, siete sopravvissute all'inverno del vostro dolore, anche se ora vi appare tutto arido e triste, sbocceranno nuove gemme, apportatrici di nuova vita. 

Fonti:
La Dea Interiore - Kris Waldherr

1 commento:

  1. Helyanwes penso di aver letto quasi tutto il tuo blog. Lo adoro! Domanda veloce: perché hai smesso di postare? Amo l'idea sui racconti delle dee!

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